All'atteso schema di regolamento edilizio tipo, promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si stanno apportando gli ultimi aggiustamenti in vista del via libera da parte della Conferenza Unificata previsto per questo mese di ottobre.
La principale novità emersa dalla nuova versione dello schema di regolamento tipo consiste nella non cogenza delle regole ivi contenute: il provvedimento non ne impone l'applicazione tassativa da parte dei comuni, ma prevede solamente una ricognizione sistematica degli argomenti da disciplinare a livello locale. Secondo l'Associazione nazionale dei comuni (Anci), si tratta del migliore compromesso possibile, anche se non è stato ancora sciolto il nodo delle sanzioni e del meccanismo sostitutivo.
LE OSSERVAZIONI DELLA RETE PROFESSIONI TECNICHE. I rappresentanti della Rete delle Professioni Tecniche, auditi il 29 settembre scorso presso la sede romana della Regione Basilicata, hanno sottolineato l’esigenza di trasformare il RE in uno strumento che superi la situazione pregressa, fonte di vaste aree di discrezionalità e che è stata alla base di eccessive diversificazioni della disciplina edilizia. In questo senso, la Rete condivide il principio che sembra ispirare lo schema di regolamento edilizio tipo in esame, ossia che le principali disposizioni che regolano l’attività edilizia con dispositivi legislativi nazionali e regionali che non necessitano di essere replicati nei regolamenti comunali.
I professionisti tecnici, pur preferendo che tale normativa fosse applicata in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, hanno riconosciuto che è necessario prevedere limitate diversificazioni per riconoscere ai comuni, nel rispetto delle normative regionali, di veder riconosciute le proprie peculiarità territoriali e architettoniche. E’ importante però che questa attività sia svolta entro tempi certi e perentori. I tempi massimi che la Rete ritiene ragionevoli sono i seguenti: sei mesi per le Regioni per operare tale uniformazione, seguiti da altri sei mesi per i comuni per riscrivere i propri regolamenti secondo le indicazioni del Regolamento edilizio tipo.
E’ stato un incontro positivo con interlocutori che hanno dimostrato di recepire le nostre osservazioni – ha commentato Fabrizio Pistolesi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggistici e Conservatori e Coordinatore del Gruppo di Lavoro della Rete sul Regolamento edilizio. Oltre alla discussione sulle nostre singole proposte, abbiamo colto l’occasione per chiedere la nostra presenza alla prossima Conferenza Stato-Regioni, il luogo dove prenderà forma il testo definitivo. Sarebbe importante per i professionisti tecnici esserci per evitare che la grande mole di lavoro svolto venga vanificata con inserti dell’ultimo momento.
Abbiamo avuto un riscontro positivo – ha aggiunto Cesare Galbiati del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati-. Come Rete abbiamo soprattutto ribadito la nostra disponibilità ad agire come supporto all’azione legislativa su questi temi. Disponibilità che è stata prontamente recepita.
La Rete, inoltre, facendo seguito alle precedenti proposte di abrogazione e modifica delle disposizioni vigenti sottoposte alle autorità incaricate, relativamente alla seconda parte dello schema in analisi, quella relativa ai Comuni, ha sottoposto alcune osservazioni preliminari che si riserva di ampliare e articolare maggiormente in un eventuale ulteriore contributo, a supporto dei lavori dell’Autorità ministeriale.
Ci siamo detti disponibili – ha spiegato ancora Pistolesi – a lavorare ad una bozza di documento per fissare delle linee guida che aiutino i Comuni a redigere il proprio Regolamento nello spirito di unificazione e semplificazione che ci siamo dati. Infine, sulla scorta dell’obiettivo di cui al punto 4.4 dell’Agenda della Semplificazione: Verifica delle misure già adottate in edilizia e semplificazione delle procedure preliminari si dovrà aprire una fase di vigilanza e collaborazione con gli Sportelli Unici per l’Edilizia per verificare nel tempo se le nuove disposizioni avranno o meno raggiunto gli obiettivi prefissati ed eventualmente provvedere ai relativi aggiustamenti. A questo proposito, abbiamo messo a disposizione le nostre strutture ordinistiche territoriali che potrebbero agire come un vero e proprio Osservatorio capillare, anzi come una Rete di Osservatori.