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Umbria: nuovo regolamento per l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili

L’art. 4 disciplina una sostanziale evoluzione in materia di impianti fotovoltaici che insistono su terreni agricoli, introducendo il concetto di potenzialità fotovoltaica dell’appezzamento di terreno su cui si propone l’installazione, intesa quale superficie massima utilizzabile per l’ubicazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra

lunedì 27 giugno 2022 - Redazione Build News

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“Snellimento burocratico e sviluppo armonico delle fonti energetiche rinnovabili con i tratti identitari e paesaggistici dell’Umbria”. È quanto dichiara il Vicepresidente e Assessore regionale all’Ambiente, Roberto Morroni, a seguito dell’approvazione definitiva da parte della Giunta regionale del nuovo regolamento per l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che modifica e integra la disciplina in vigore dal 2011. “Un atto – dice Morroni – che segna una svolta importante in un ambito strategico e in grande crescita quale è quello della produzione di energia da fonti rinnovabili che, anche a causa della situazione geopolitica internazionale e delle ripercussioni degli eventi bellici in atto, diventa ancora più determinante nel processo di decarbonizzazione e di riduzione della dipendenza energetica dall’estero avviato a livello europeo e nazionale”.

“Con il nuovo regolamento – rileva l’assessore - l’Umbria si vuole ritagliare sempre più un ruolo da protagonista in tema di rinnovabili, con un’azione rivolta alla transizione ecologica e allo sviluppo sostenibile, e attenta a salvaguardare l’immagine e la bellezza di una regione da tutti conosciuta come ‘cuore verde’ d’Italia”.

Un atto snello, in dieci articoli, con cui la Giunta regionale persegue lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, preservando, allo stesso tempo, i caratteri identitari del proprio territorio.

In particolare, l’articolo 4 disciplina una sostanziale evoluzione in materia di impianti fotovoltaici che insistono su terreni agricoli, introducendo il concetto di potenzialità fotovoltaica dell’appezzamento di terreno su cui si propone l’installazione, intesa quale superficie massima utilizzabile per l’ubicazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra.

Vengono individuate tre fattispecie e, quindi, tre diversi limiti percentuali di occupazione del suolo. Si porta al 5% (attualmente è il 10%) la potenzialità fotovoltaica dell’appezzamento, cioè il limite massimo di superficie occupabile dagli impianti fotovoltaici su aree agricole, specificando che si applica al caso di installazioni che non consentono il contestuale effettivo sfruttamento agricolo o pastorale, mentre si stabilisce che nel caso di agrivoltaico, la potenzialità fotovoltaica è pari al 20%. Nel caso, invece, di associazioni dedicate all’autoconsumo collettivo o alla realizzazione di Comunità energetiche rinnovabili, si autorizza l’occupazione dell’intera superficie agricola.

“Si preserva così il suolo agricolo – evidenzia il vicepresidente Morroni - mantenendo la sua destinazione naturale”.

All’articolo 5 del nuovo regolamento, in analogia con la disciplina per le aree agricole, vengono inserite soglie per lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili nelle zone industriali. Si prevede che la potenzialità fotovoltaica, intesa quale superficie massima del comparto industriale utilizzabile per l’ubicazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra, è pari al 50% della superficie residua libera del comparto, valore incrementato al 70% nell’eventualità in cui le superfici del comparto già occupate da strutture industriali siano tutte dotate di coperture fotovoltaiche.

Il limite non si applica, tuttavia, per le aree industriali dismesse, in quanto l’installazione di impianti non comporta nuovo consumo di suolo e si configura quale migliorativo per l’assetto dei luoghi. È, inoltre, permessa l’occupazione dell’intera superficie in presenza di associazioni volte all’autoconsumo collettivo o alla realizzazione di Comunità energetiche rinnovabili.

Il documento individua, fra l’altro, una procedura autorizzativa semplificata per gli impianti. “Vengono chiariti puntualmente alcuni aspetti che non erano stati affrontati e che si sono dimostrati quali ‘colli di bottiglia’ nel procedimento amministrativo – puntualizza ancora Morroni - allo scopo di accelerare l’iter delle autorizzazioni e snellire le procedure per l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili”.

Il nuovo regolamento allinea la disciplina regionale alle numerose modifiche normative intercorse, europee e nazionali; l’adozione definitiva da parte della Giunta regionale giunge al termine di un percorso avviato nel novembre 2021 con la preadozione della proposta, che ha ottenuto il parere favorevole del Comitato delle Autonomie locali.

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