"Milano. Due o tre cose che so di lei, ciò che ho visto e ciò che vedo" è il titolo del libro di Alberto Secchi, un taccuino di viaggio, un'esplorazione urbana di Milano compiuta da uno dei protagonisti della trasformazione urbanistica della città negli anni '70 e '80.
Alberto Secchi è stato uno degli estensori del Piano regolatore generale di Milano del 1980, un piano che rappresentava una sintesi tecnico-politica delle nuove istanze rappresentate dalle leggi del 'decennio d'oro' dell'urbanistica italiana e sintetizzate dalla prima Legge urbanistica della Lombardia. Una stagione contraddistinta da un inteso dibattito disciplinare che oggi pochi ricordano.
Di cosa parta il libro?
Il libro segue più registri. È un'indagine sulla Milano di oggi, associata a un reportage fotografico dei brani della città in cui sono avvenute le trasformazioni, e che esamina le risposte che la storia ha dato e le contraddizioni che a loro volta queste soluzioni hanno creato nella forma urbana (specchio, per gli architetti, delle trasformazioni della società).
Le considerazioni critiche di Secchi non riguardano ovviamente i gradi del cambiamento rispetto a un piano di cinquant'anni fa, ma piuttosto le "nuove regole" che sono state adottate nelle trasformazioni negli ultimi anni. Sono valutazioni che si confrontano con i dettami della tecnica urbanistica di alcune realizzazioni degli anni '70, come ad esempio, il quartiere Gallaratese, dove si integrano e convivono le relazioni tra edificio e città, il rapporto con la strada, le relazioni tra spazi pubblici, semi-pubblici e privati, le istanze legate alla qualità dell'abitare: tutte questioni che coinvolgono la democrazia urbana.
Il libro è anche la ricostruzione delle vicende professionali e personali di Alberto Secchi – osservatore di Milano a volte protagonista, sempre cittadino che vive la città – che ha incrociato lo sviluppo urbanistico e le fasi che hanno rappresentato uno spartiacque nella rotta evolutiva di Milano.
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