Un nuovo sistema per rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera. Lo ha sviluppato un team del MIT e, a differenza di quelli già esistenti, il dispositivo è in grado di funzionare praticamente a qualsiasi livello di concentrazione, anche molto basso, come quello atmosferico, che è di circa 400 ppm.
Ciò che lo differenzia è anche la minore dispendiosità in termini di energia. Il processo avviene infatti a temperatura ambiente e con un consumo energetico di circa 1 gigajoule per tonnellata di anidride carbonica catturata.
La tecnica, descritta approfonditamente in un articolo pubblicato sulla rivista Energy and Environmental Science, si basa sul passaggio dell'aria attraverso una pila di piastre elettrochimiche cariche.
Un grande batteria che assorbe e rilascia CO2
Il dispositivo è essenzialmente una grande batteria che assorbe l'anidride carbonica durante il ciclo di carica e la espelle durante quello di scarica.
Mentre la batteria si carica, si verifica una reazione elettrochimica sulla superficie di ciascuna pila di elettrodi, rivestiti di poliantrachinone, un composto di nanotubi di carbonio, e che hanno un'alta affinità con l'anidride carbonica. La reazione inversa ha luogo invece quando la batteria è scarica, momento in cui il dispositivo fornisce la potenza necessaria per espellere un flusso di anidride carbonica pura.
Natura binaria
"Il più grande vantaggio di questa tecnologia è la natura binaria dell'affinità dell'adsorbente con l'anidride carbonica", spiega Sahag Voskian, che ha sviluppato il sistema durante il suo dottorato di ricerca al MIT. In altre parole, il materiale dell'elettrodo ha, per sua natura, un'affinità con la CO2, che può essere elevatissima o totalmente assente, a seconda dello stato di carica o scarica della batteria. Questo elimina la necessità di prevedere delle fasi intermedie di trattamento chimico o di immissione di energia, come avviene per la maggior parte dei dispositivi di cattura CO2.