Cinquantamila metri quadrati di coperture Derbigum, 95% dei materiali con certificazione Cradle To Cradle, 30mila tonnellate di calcestruzzo riutilizzate. Il tutto per realizzare un complesso che si caratterizza per design e creatività, comfort acustico e termico, bassi consumi energetici, sostenibilità e circolarità, flessibilità degli spazi. Non sempre i numeri aiutano, ma talvolta sono necessari per raccontare le trasformazioni.
Vecchio e nuovo
A Bruxelles, zona nord della città, nel 2019, iniziano i lavori per la rivisitazione del WTC, mantenendone però lo spirito originario e realizzando al suo posto lo ZIN, un progetto multifunzionale completamente integrato nel suo ecosistema urbano, aperto alla città, altamente innovativo tanto per la sua architettura quanto per il suo design e rispetto per l’ambiente, in particolare in termini di quasi neutralità energetica e circolarità.
Del WTC qualcosa è stato smantellato, altro invece è rimasto. Vecchio e nuovo si intrecciano, due torri sono state tolte ma nuove costruzioni sono sorte, in un dialogo armonico. L’edificio Marie-Elisabeth Belpaire, occupato dall’amministrazione fiamminga, ospita quasi 5.000 dipendenti pubblici in 70.000 m2 di uffici e sale riunioni che possono beneficiare di abbondante luce naturale e godere della vista del Parco Maximilien. ZIN comprende anche 127 unità abitative, 5.000 mq di uffici privati e spazi di coworking, ristoranti, un supermercato e infrastrutture sportive e ricreative. Sul tetto risaltano la bellissima terrazza panoramica e una serra alta venti metri. A completare il tutto un hotel di 240 camere. Nelle torri, i piani degli appartamenti si alternano ai piani degli uffici e alle attività commerciali.
I materiali
Per la realizzazione del progetto ZIN, l’Amministrazione fiamminga si è affidata alla società Befimmo, che a sua volta si è rivolta agli studi di architettura Jaspers-Eyers Architects, 51N4E e AUC. Il progetto ZIN è stato realizzato con il 68% di materiali riutilizzati o riciclati in cantiere, mentre il 95% di tutti i nuovi materiali sono certificati Cradle to Cradle grazie anche alle membrane circolari Derbigum. Durante i lavori una delle priorità è stata quella di limitare il più possibile i lavori di demolizione e i detriti. Per questo motivo sono state conservate le fondamenta e ben 30.000 tonnellate di calcestruzzo liberate durante i lavori di smantellamento sono state frantumate, purificate e riutilizzate. Altri materiali – come i pavimenti o i pannelli delle pareti negli atri degli ascensori – e i mobili per ufficio sono stati recuperati con cura e indirizzati a una seconda vita.
Efficienza energetica e innovazione
Lo ZIN è oggi l’edificio per uffici meno energivoro dell’amministrazione fiamminga. Questo bassissimo consumo energetico si spiega con un sistema geotermico che copre il 70% del fabbisogno di riscaldamento e raffreddamento dell’edificio, nonché con l’installazione di pannelli solari sul tetto e sulle facciate laterali. Questa è anche la prima volta che un sistema geotermico viene installato sotto un edificio di tali dimensioni. Lo ZIN si caratterizza anche per la flessibilità dei suoi spazi adibiti a ufficio. I pavimenti e le pareti divisorie sono stati progettati in modo da poter essere smontati, riutilizzati e spostati qualora l’evoluzione delle funzioni lo richiedesse. Anche in questa adattabilità si nasconde una forma di circolarità, così come nel riciclo dei rifiuti organici in biogas o nel recupero dell’acqua piovana per i servizi igienici o per annaffiare i numerosi arbusti e piante presenti all’interno, sul tetto e intorno all’edificio.
Il contributo di Derbigum
«Con il 68% di materiali riutilizzati in cantiere e il 95% di nuovi materiali certificati Cradle to Cradle, ZIN è un modello di edificio circolare - afferma Franco Villa, Country Manager Derbigum Italia -. Essere stati coinvolti in questo progetto per la copertura è per noi motivo di grande orgoglio e di soddisfazione per la conferma della qualità dei materiali che possiamo proporre al mercato. Per noi sostenibilità e circolarità sono concetti che sviluppiamo da oltre trent’anni e il fatto che questo venga riconosciuto e apprezzato dal mercato per progetti così importanti e innovativi è uno sprone a lavorare sempre più verso un’economia green».