Non sempre le nuove tecnologie devono essere complicate. Ne è un esempio l’innovazione sviluppata dalla società Carbon Engineering che ha ideato degli impianti per catturare l’aria inquinata utilizzando delle pareti di condizionatori. Questi muri, scalabili, sono stati pensati per istallazioni diffuse in qualsiasi area urbana con l’obiettivo di catturare CO2 restituendo aria pulita e fresca, contribuendo in questo modo a ridurre il riscaldamento globale.
Contrastare l’inquinamento diffuso
"Solo circa il 40% delle nostre emissioni totali proviene da grandi impianti di scarico mentre il restante 60% è quello che chiamiamo ‘inquinamento diffuso e mobile’, quindi difficile da contrastare alla radice’- ha dichiarato Geoff Holmes, business development manager di Carbon Engineering. "Catturare queste particelle nocive può essere una risoluzione efficace per ridurre le emissioni diffuse.”
Come funziona il processo di rigenerazione?
La tecnologia integra due processi: un contattore di aria ed un ciclo di rigenerazione. Questi due processi lavorano insieme per consentire la cattura costante di CO2 nell’atmosfera, utilizzando energia come input e CO2 purificata come output. I ventilatori aspirano l’aria che viene convogliata nei condotti e combinata a una soluzione che assorbe la CO2 e la converte in sale, avviando un ciclo di rigenerazione.
Questo processo di rigenerazione coinvolge diverse fasi di lavorazione. L'anidride carbonica viene estratta rigenerando la soluzione chimica originale che può essere riutilizzata. La CO2 estratta è combinata con quella derivante dall’energia utilizzata dal sistema ed entrambe diventano un prodotto per il funzionamento di un gasdotto ad alta pressione. Questo ciclo è un’innovazione basata su un processo industriale centennale sviluppato da tecnologie esistenti. La CO2 può essere conservata o combinata con l’idrogeno per ricavarne combustibili fossili.
La prima installazione su larga scala nel 2018
Carbon Engineering ha realizzato un impianto dimostrativo a Squamish, in British Columbia, che è pienamente operativo e in grado di rimuovere circa una tonnellata di CO2 dall'aria ogni giorno. Il prototipo in fase di test in questo momento cattura l’equivalente di emissioni combinate di circa 15 veicoli ma nella sua dimensione reale, che potrebbe essere superiore di 20mila volte, la quantità di CO2 dovrebbe corrispondere a quella emessa da 300mila vetture all’anno.
La prima installazione su larga scala dovrebbe essere ultimata nel 2018 e si prevede che possa produrre 10mila barili di carburante sintetico in un anno.