Progetti

Una rete di teleriscaldamento che sfrutta acque reflue e fonti rinnovabili

Il TeleriscaldamentoFreddo di Ospitaletto è un esempio virtuoso da estendere anche al resto della penisola. Al cuore del sistema, le valvole di regolazione Watts

venerdì 15 marzo 2019 - Redazione Build News

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Ospitaletto è un comune di poco meno di 15 mila abitanti in provincia di Brescia. Da maggio 2018, gran parte degli edifici pubblici e privati ricevono energia grazie a TeleriscaldamentoFreddo, un innovativo sistema di teleriscaldamento che – come suggerisce il nome – si distingue dal teleriscaldamento tradizionale perché utilizza acque reflue a bassa temperatura. Attualmente in Europa esistono solo tre impianti simili, ma il sistema potrebbe essere esteso in molti altri luoghi, soprattutto dove non sia possibile, per i costi eccessivi, installare grandi centrali termiche.

L’ing. Paolo Tarantino, responsabile del progetto

Il principio di TeleriscaldamentoFreddo è semplice: sfruttare i reflui termici non altrimenti utilizzabili – per esempio quelli prodotti dagli impianti di raffreddamento dei banchi frigo nei supermercati – congiuntamente a fonti rinnovabili già presenti sul territorio, per fornire calore ad altri edifici. In questo modo si ottimizzano le risorse e si genera un “circolo virtuoso” dell’energia, mettendo in comunicazione sistemi con esigenze energetiche contrapposte, a vantaggio di tutti.

LE VALVOLE DI REGOLAZIONE WATTS. Gli impianti di TeleriscaldamentoFreddo si distinguono anche per la poca invasività: a Ospitaletto 500 kW vengono prodotti in una struttura di pochi metri quadri, simile a un garage, ricavata da una vecchia centrale termica nel giardino di una scuola. All’interno si dirama una serie di tubazioni in acciaio inox oppure coibentate, collegate alla valvola di regolazione SERIE EU114 limitatrice di portata Watts che, come spiega l’Ing. Paolo Tarantino di Cogeme Servizi Territoriali Locali, “bilancia tutta la rete ed è il cuore dell’impianto”: essa mantiene la pressione al livello ottimale e controlla il flusso idrico, combinando intercettazione, ritegno, riduzione, stabilizzazione della pressione, sfioro, sovrappressione, sostegno della pressione, controllo di livello e regolazione della portata.

Poco distante, un altro impianto da 2,5 MW si trova sotto un parco pubblico, visibile soltanto per i due pozzi di prelievo e i due di restituzione dell’acqua di falda, alla quale si somma – tramite reti separate – l’energia ricavata da acque reflue lungo il percorso. Grazie al vetrino con ampolla posto in cima alla valvola di regolazione Watts SERIE EU144 si può eseguire un controllo visivo per capire se l’acqua è pulita. Circa una volta al mese può essere necessario ruotare una maniglia per spurgare il sistema e far defluire lo sporco accumulato nel punto previsto, in pochi secondi.

Valvole a farfalla Sylax per la regolazione del passaggio dei fluidi

INSTALLAZIONE RAPIDA E POCO INVASIVA. La posa delle tubazioni sotterranee avviene in orizzontale: l’unico segno del passaggio della trivella, che scava al di sotto delle strade senza romperle e senza bloccare il traffico, è dato dai fori di ingresso e in uscita. Per questo il sistema è compatibile con paesaggi o beni ambientali tutelati. L’installazione è rapida – l’impianto di Ospitaletto è stato reso operativo in quattro mesi di lavoro – e non richiede grandi investimenti: i radiatori e le strutture delle utenze sono rimasti gli stessi degli anni ’40.

Ciascuna utenza è gestita da una stazione di pompaggio autonoma per ottimizzare richiesta e produzione di energia. Ad esempio, l’acqua di falda, costante tutto l’anno, arriva nell’impianto a 15,6°C e viene elevata a 59°C per essere immessa negli edifici – una temperatura molto bassa rispetto agli 80°C gestiti da sistemi energetici differenti, grazie ad un circuito frigo composto da due compressori e due scambiatori. Il calore delle acque reflue e dell’acqua di falda viene assorbito da un fluido che evapora a basse temperature. Il compressore contribuisce al processo in minima parte facendo circolare l’acqua. Il condensatore attiva poi il secondo passaggio di stato, trasformando di nuovo il vapore in liquido per prelevare il calore dal gas. In ultimo l’energia ricavata viene trasferita alle utenze, mentre l’acqua ritorna alla fonte iniziale.

Un sistema come questo è più vantaggioso se mantenuto costantemente acceso per livellare i picchi di richiesta energetica, ma questo alimenta il malinteso comune secondo cui “spento” equivalga a “risparmio”. È uno dei motivi per cui TeleriscaldamentoFreddo non è ancora diffuso come sarebbe auspicabile sul territorio nazionale, ma si spera che sempre più amministrazioni locali e cittadini si convincano dei benefici di questo approccio innovativo al riscaldamento diffuso.

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