Lo scorso 5 novembre si è celebrato al Campidoglio il centenario dell’UNI Ente Italiano di Normazione. Era il 1921 quando ANIMA Confindustria Meccanica varia fonda l’attuale UNI. La mission originaria di “realizzare un programma di standardizzazione nell’industria meccanica” ispirandosi a quanto già fatto all’estero, è chiaramente cambiata in un secolo, evolvendosi in linea con il progresso tecnologico e imprenditoriale italiano. I campi di applicazione della normazione tecnica si sono via via sempre più ampliati, recependo le nuove esigenze delle società: dal welfare, alla salute, alla consulenza finanziaria, alla sicurezza alimentare, alle professioni non regolamentate, alla responsabilità sociale e alla sostenibilità (ambientale, economica e sociale).
Così la normazione tecnica può essere considerata una naturale integrazione applicativa delle disposizioni legislative e delle fonti primarie del diritto, che si aggiorna periodicamente al fine di mantenersi al passo con il progresso socioeconomico. L’intento originario di chiamare a “collaborare le Istituzioni e Associazioni che svolgono attività in relazione alla standardizzazione” è rimasto immutato negli anni e per questo sono intervenuti durante le celebrazioni i rappresentanti di Ministeri, della produzione, della ricerca, della società civile, del territorio e dell’Infrastruttura per la Qualità.
Tra gli ospiti è intervenuta Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia: “L’introduzione di una certificazione UNI sulla parità di genere per le imprese non è da leggere come un atto di burocratizzazione ma come un incentivo, galvanizzante rispetto al contesto imprenditoriale, che può e deve insieme alle istituzioni costruire un mondo del lavoro e della produttività più capace di liberare le energie migliori donne e uomini. Una certificazione UNI nell’ambito della parità di genere è un lavoro di scrittura di questo cambio di approccio culturale”.
Per il MiSE, il Viceministro dello Sviluppo Economico Giliberto Pichetto Fratin ha aggiunto “l’UNI ricopre un ruolo di primo livello nella ripartenza del nostro Paese e nella programmazione degli investimenti del Recovery Fund. Considerando che quasi un terzo del PIL italiano - 500 miliardi di export e 450 miliardi di importazioni – è legato ai rapporti che l’Italia mantiene con l’estero è necessario mantenere una standardizzazione” che può avvenire solo tramite gli enti di normazione a tutti i livelli: nazionale, europeo e internazionale.
Ha dato voce alla produzione Maurizio Marchesini, Vicepresidente per le Filiere e le Medie Imprese di Confindustria: “Le norme forniscono un sostanziale contributo alla crescita e allo sviluppo industriale, perché diffondono la conoscenza, trasferiscono la tecnologia, creano rapporti di rete tra le imprese, definiscono il quadro di riferimento all’interno del quale si sviluppano i nuovi prodotti e i nuovi mercati: hanno un ruolo non solo tecnico-economico, ma sempre più sociale e politico”.
Armando Zambrano, Presidente Professioni Italiane ha aggiunto che: “I professionisti sono in prima linea nel valorizzare le norme tecniche, per la loro volontarietà, la loro condivisione, la loro consensualità, la loro natura preventiva nella regolazione dei rapporti del mercato. Chiedo che anche il Governo la valorizzi, ad esempio inserendo nel DDL “concorrenza”le norme UNI come riferimento per la qualità di prodotti, servizi…”
Nel suo intervento – come rappresentante del mondo della ricerca - il Presidente INAIL Franco Bettoni ha più volte sottolineato come “le norme tecniche siano efficaci e al servizio delle realtà produttive del Paese e di come risultino estremamente utili all’INAIL per fornire riferimenti certi nelle iniziative di sostegno economico e assicurativo alle imprese che investono nella salute e sicurezza sul lavoro”.
Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR ha dichiarato che: “Il CNR trasforma la scienza in tecnologia, il progresso tecnologico non può essere sostenibile a livello sociale e competitivo senza la standardizzazione, che in Italia è rappresentata dall’UNI. Oggi celebriamo i cento anni dell’Ente grazie al quale la condivisione e trasferimento di conoscenze sono offerte ai mercati interni per una crescita in qualità, sicurezza e rispetto per l’ambiente”.
“La normazione riveste un ruolo fondamentale nella missione delle nostre Università, ed è parte integrante e indispensabile del bagaglio di istruzione e di educazione delle nuove generazioni. Un tema che va affrontato nelle aule universitarie prima ancora che nel mondo del lavoro. È esattamente in questa direzione che si è mosso l’accordo tra UNI e la CRUI, un passaggio chiave - al quale hanno aderito oltre 30 soggetti - che ha reso disponibile alle Università e agli enti di ricerca l’intero patrimonio di conoscenza UNI” ha voluto sottolineare Ferruccio Resta, Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.
A chiusura dei lavori il Presidente UNI Giuseppe Rossi ha ringraziato tutti coloro che sono intervenuti: “Con orgoglio e commozione annuncio che le celebrazioni di oggi hanno ricevuto il riconoscimento della Medaglia del Presidente della Repubblica per il loro valore in campo culturale e scientifico. Guardando al domani – non pretendo di parlare dei prossimi 100 anni ma almeno di quelli del mio mandato alla presidenza – vogliamo contribuire a costruire “un mondo fatto bene” e lo faremo valorizzando la centralità della normazione. La direzione futura è quella indicata dalle Linee Strategiche e si riassume in quattro punti chiave: ascolteremo e coinvolgeremo tutte le parti interessate per definire soluzioni condivise, ci impegneremo affinché legislazione e normazione tecnica siano pienamente integrate, supporteremo le leadership italiane sui mercati europei e internazionali e infine, diffonderemo la conoscenza del “Sistema UNI” e la cultura della normazione”.