Sono 7104 nel solo 2021 (fonte annuario statistico VV.FF. 2022), gli interventi dei Vigili del Fuoco per spegnere incendi a tetti e canne fumarie, circa 300 solo per la provincia di Brescia. Di questi 7104 incendi, circa il 70% si propaga al tetto, con ingenti danni materiali e purtroppo, a volte anche alle persone.
Anche i camini certificati CE, se non correttamente installati, manutenuti
e puliti regolarmente, possono essere coinvolti in incendi, se addirittura
esserne la causa; questo ha attirato l'attenzione di diversi enti, tra cui i
Vigili del Fuoco e l'A.N.Fu.S. (Associazione Nazionale Fumisti e
Spazzacamini). L'associazione A.N.Fu.S.
di Brescia, con a capo il geometra Sandro Bani, tempo fa ha chiesto al Gruppo
di Fisica Tecnica dell'Università di Brescia di approfondire la questione. Il
gruppo di ricercatori composto dalla Prof.ssa Mariagrazia Pilotelli, dall’Ing.
Davide Luscietti e dalla Dott.ssa Manuela Neri, ha analizzato in modo
scientifico il problema. Lo studio si è articolato in diverse fasi ed è stato
condotto attraverso prove sperimentali e software di analisi dedicati, vedendo
anche la collaborazione tra le Università di Brescia e di Tampere (Finlandia),
quest’ultima alle prese con incendi di canne fumarie installate nelle saune.
Dall’analisi è emerso che nelle installazioni reali le canne fumarie possono operare in condizioni più critiche rispetto a quelle riprodotte nei test di certificazione (attualmente i test termici si eseguono secondo la EN 1859). Conseguentemente a ciò, le temperature trasferite dalla canna fumaria alle strutture circostanti possono risultare più alte. Nelle installazioni tradizionali, si tende ad isolare il più possibile le canne fumarie inserendo materiale altamente isolante tra canna fumaria e tetto. Si è però dimostrato che in determinate condizioni questo accorgimento non è sufficiente o talvolta addirittura controproducente.
Involucro edilizio e bioedilizia
La necessità di ridurre il consumo di combustibile per riscaldare le
abitazioni, il risparmio energetico derivato dall’involucro edilizio altamente
performante e la bioedilizia, oggi sono temi importantissimi. Queste linee
guida progettuali hanno spinto il mercato edilizio verso un utilizzo sempre
maggiore di materiali come il legno per le componenti strutturali e gli
isolanti sintetici o naturali per la coibentazione termica e/o acustica.
Negli ultimi anni, il legno è stato riscoperto quale nobile e antico materiale
da costruzione e sempre più valorizzato per le sue caratteristiche di
resistenza, facilità di lavorazione, flessibilità e durata nel tempo. Tetti,
solai e pareti realizzati con questo materiale risultano sempre più apprezzati
per le caratteristiche prestazionali, di comfort abitativo e sostenibilità
ambientale. Questa tendenza impone ai progettisti di rivedere alcune abitudini
costruttive in funzione del rischio derivato dalla sensibilità al calore tipica
del legno perché i materiali combustibili male si sposano con le alte
temperature derivate da un fuoco da legna.
L’attraversamento dei materiali combustibili da parte di sistemi fumari determina un problema di sicurezza e valutazione del rischio, in particolare con le alte temperature di funzionamento degli impianti di smaltimento dei fumi e durante il funzionamento di stufe e caminetti, oppure nel caso di incendio da fuliggine.
Incendio della fuliggine
L’incendio della fuliggine è tipico dei biocombustibili solidi naturali,
legati al concetto di bioedilizia, ed è un evento che nei test di
certificazione dei sistemi fumari è previsto: se il sistema fumario è ben
progettato ed è di qualità, lo stesso è perfettamente in grado di resistere ad
un incendio di fuliggine senza perdere le proprie caratteristiche strutturali.
Il vero problema è proteggere adeguatamente il legno che è intorno al
sistema fumario nell’attraversamento di solai o tetti in materiale
combustibile. A complicare le cose è dimostrato che, a parità di temperatura
del sistema fumario, aumentando lo spessore del solaio attraversato aumentano
considerevolmente le temperature di contatto che si vengono ad accumulare.
Ciò significa che un normale passaggio tetto, certificato per solai da 200
mm massimo, se utilizzato in un solaio da 400 mm porterebbe ad un pericoloso
innalzamento delle temperature sulle pareti combustibili a contatto, e sarebbe
utilizzato in condizioni differenti da quelle certificate. La EN 1859 del 2009
prevede, infatti, solamente spessori di attraversamento di 100 o 200 mm.
Per questo motivo la nuova norma Europea EN 13216 1 del 2019 prevede che il
test termico (di lunga durata) e di resistenza all’incendio di fuliggine (1.000°C
per 30 minuti), possano essere eseguiti con diverse tipologie di struttura di
prova per pareti e solai combustibili (fino a 1 m di spessore) e diverse
tipologie di chiusura dell’attraversamento, aperto, parzialmente chiuso e
totalmente chiuso.
La soluzione dei ricercatori bresciani
Lo studio ha portato i ricercatori bresciani all’individuazione di una
possibile soluzione, la creazione di un congegno innovativo da inserire tra la
canna fumaria ed il tetto in modo tale da evitare il surriscaldamento del
materiale combustibile adiacente e presente nel pacchetto tetto, i risultati
sono stati pubblicati nella prestigiosa rivista scientifica Journal of
Building Engineering. Per il congegno, i ricercatori hanno presentato
istanza per l’ottenimento del brevetto nazionale, il quale è stato concesso nel
corso del 2019.
Una volta trovata la soluzione in laboratorio, occorre mettere in pratica l’idea ed è a questo punto che entra in campo la OLI s.r.l. di Casto (BS) azienda Valsabbina appartenente a Silmar Group, del quale fanno parte anche Fondital, Valsir, Raffmetal, Marvon e Alba.
FIRE PROTECTION PLUS 400
OLI s.r.l., da sempre attenta alle problematiche di sostenibilità
ambientale e del territorio, azienda leader per la produzione di camini e canne
fumarie, ha affiancato da subito i propri esperti del dipartimento ricerca e
sviluppo, geom. Walter Marabelli e Ing. Alberto Pasolini, ai ricercatori
universitari in modo da poter tradurre l’idea brevettata in un prodotto
concreto e utilizzabile dagli operatori del settore.
Da questa perfetta sinergia, tra il mondo accademico e quello industriale,
e dopo tre anni di sviluppo e test nasce FIRE PROTECTION PLUS 400, l’innovativo
passaggio tetto per solai/tetti fino a 400 mm. di spessore di materiale
combustibile.
FIRE PROTECTION PLUS 400, permette di poter andare a contatto direttamente con il materiale combustibile del tetto (classificato G00) senza ventilazione, in aria chiusa. L’innovativo dispositivo, brevettato e già testato secondo la severa EN 13216-1, è stato presentato in anteprima assoluta, riscuotendo un notevole interesse di pubblico, alla fiera internazionale KLIMAHOUSE 2023 tenutasi dall’8 all’11 Marzo a Bolzano.