Il Consiglio dei ministri n. 45 di sabato 23 settembre ha impugnato dinanzi alla Corte costituzionale la legge n. 19 del 24 luglio 2017 della Regione Basilicata, nota anche come “Collegato alla Legge di stabilità regionale 2017”.
Tra le disposizioni bocciate dal Governo nazionale alcune norme in materia di governo del territorio e pianificazione paesaggistica, che secondo l'impugnativa violano la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente di cui all’art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione. Altre norme in materia di interventi edilizi invadono la competenza legislativa esclusiva statale in materia di ordinamento civile e penale e violano l’articolo 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione.
“Sull'urbanistica – commenta Giovanni Angelino, segretario provinciale dei Verdi di Matera - la Regione Basilicata ha combinato un vero e proprio pasticcio nel tentativo di salvare una norma utile per l'edilizia già bocciata dalla Corte Costituzionale, la legge numero 25 del 1979 sugli strumenti urbanistici. Questa legge sostiene che chi ha certi requisiti può fare lavori edilizi e occupare il 20% di maggiore cubatura. In questo modo si rende autonomo dal punto di vista energetico del 30% mentre chi effettua adeguamento sismico si rende autonomo del 40%. Inoltre se si hanno sottotetti o scantinati si può avere il cambio di destinazione ad abitazione.”
“Condivido la posizione del presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica – aggiunge Angelino - quando sostiene che i consiglieri hanno sbagliato a non discutere i contenuti di questa legge in Commissione prima di arrivare in aula ma ormai è inutile piangere sul latte versato. Resta il fatto che la Regione Basilicata nel tentativo di aiutare il settore edile ha fatto un clamoroso autogol che avrà ripercussioni ovviamente sull'intero comparto delle costruzioni.”