Il comune di Capri, in Campania, ha violato i principi di libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza, economicità e rotazione degli affidamenti previsti dal codice appalti. È quanto emerso dalla vigilanza effettuata da Anac sulle attività di affidamento dei lavori pubblici nel periodo 2018-2020.
MANCATA PROGRAMMAZIONE. Tra le irregolarità segnalate dall’Autorità nella nota del presidente del 16 marzo 2022, la “evidente mancata programmazione della attività di manutenzione”: il Comune infatti ha estremamente parcellizzato gli appalti di lavori di manutenzione affidando direttamente a singoli soggetti o tramite affidamenti di somme urgenze o tramite procedure negoziate, anche per importi inferiori a 40mila euro.
TROPPI AFFIDAMENTI DIRETTI. La percentuale di affidamenti diretti di lavori è assai significativa: 48 nel 2018, 63 nel 2019, 47 nel 2020. Con adeguata programmazione, invece - rileva Anac - il Comune avrebbe potuto porre in essere procedure pubbliche (negoziate o aperte) anche pluriennali garantendo la funzionalità degli impianti comunali. Invece la mancata costante attività di manutenzione da parte del Comune ha comportato, anche in assenza di eventi imprevisti, crolli di muri di contenimento, cedimenti della pavimentazione stradale, dissesti, distacchi di costoni, rottura di tombini, infiltrazioni nelle scuole, con evidenti disagi per la popolazione.
USO IMPROPRIO DELLA SOMMA URGENZA. Per Anac inoltre c’è stato anche un utilizzo “improprio e distorto” della procedura della somma urgenza: il comune di Capri infatti vi ha fatto ricorso per lavori riconducibili all’incuria e al degrado (infiltrazioni, distacchi di intonaco, risanamento di aule, dissesti dei muri) e non, come stabilisce la legge, a pericoli causati da eventi imprevedibili.
Sul tema, l’Autorità, in più occasioni, ha espressamente chiarito che risulta illegittimo far ricorso alle procedure di somma urgenza nel caso in cui l'urgenza sia causata da comportamento “colpevole” dell’amministrazione, che, pur potendo prevedere l’evento, non ne abbia tenuto conto e non ne abbia valutato i tempi tecnici necessari a intervenire.
MANCATO RISPETTO DEL PRINCIPIO DI ROTAZIONE. Durante l’indagine infine è emerso anche il mancato rispetto del criterio di rotazione degli inviti per l’affidamento dei contratti: tale criterio, ricorda Anac, serve a garantire l’effettiva possibilità di partecipazione alle micro, piccole e medie imprese, ed evitare lo stabilizzarsi di rendite di posizione in capo ad alcuni operatori, cui possono derivare vantaggi dalle informazioni acquisite durante il pregresso affidamento.