Il 15 luglio 2022 è entrato in vigore il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (“CCII”), che conclude un percorso di modernizzazione delle regole sulla crisi d’impresa.
L’obiettivo del CCII e delle norme collegate è quello di spostare l’attenzione sul trattamento precoce della crisi, mediante la sua tempestiva rilevazione e mediante la sua gestione, quando possibile, con strumenti “leggeri” (in quanto basati in tutto o in larga parte su accordi con i creditori, senza il necessario intervento del tribunale). Ciò richiede una responsabilizzazione dell’imprenditore (e dei suoi creditori), cui si chiede di essere attento e reattivo.
Il vademecum dei commercialisti per le Pmi
Il Consiglio nazionale dei commercialisti, con la Fondazione ADR commercialisti, l’Università di Firenze (con il coordinamento del professor Lorenzo Stanghellini) e la Fondazione CR del capoluogo toscano, ha realizzato il documento “Prevenire e gestire le difficoltà dell’impresa. Vademecum per le piccole e medie imprese”, che illustra in modo sintetico le novità, con un linguaggio semplice e con specifico riguardo alle peculiarità delle piccole e medie imprese.
“Cogliere tempestivamente i segnali di difficoltà consente di porre in essere una serie di azioni che, proprio perché intervengono subito, spesso permettono di superare le difficoltà, evitando che sfocino in una vera e propria crisi”, si legge nel documento nella premessa.
“Al fine di incentivare una gestione preventiva e proattiva delle difficoltà dell’impresa, in ragione dell’impatto che la crisi può avere, oltre che sull’imprenditore, anche sui terzi (i dipendenti, i creditori, i clienti, lo Stato), recenti riforme sono intervenute in due direzioni:
• da un lato, richiedendo a tutti gli imprenditori (individuali e societari) di dotarsi di una struttura capace di rilevare tempestivamente ogni difficoltà economico-finanziaria;
• dall’altro lato, introducendo strumenti innovativi che l’imprenditore può attivare per gestire le difficoltà, una volta rilevate, con la collaborazione di alcune o tutte le sue controparti, in primo luogo i creditori. Tali strumenti sono potenzialmente molto efficaci, anche e soprattutto quando vi si ricorre per tempo.
Tre argomenti trattati
Il vademecum tratta tre argomenti:
1. gli “assetti adeguati”. La legge, partendo dall’ovvia constatazione che le difficoltà dell’impresa, se non affrontate tempestivamente, possono arrecare danno anche a terzi, impone all’imprenditore di adottare una struttura organizzativa che funzioni da “sistema antincendio”, capace di rilevare tempestivamente i segnali di difficoltà e di consentire di reagire in modo efficace. Il Vademecum spiega in cosa consiste questa struttura;
2. la composizione negoziata. Nel 2021 è stato introdotto un nuovo strumento, la composizione negoziata, che non è una “procedura”, ma un percorso che consente al debitore, in caso di difficoltà, di avviare, con l’ausilio di un esperto indipendente, una trattativa con i creditori e/o con le controparti contrattuali, al fine di trovare una soluzione concordata tutte le volte che sia possibile. In questo percorso il giudice entra solo se è il debitore a volerlo, per ottenere protezione da controparti impazienti o “aggressive”. Il Vademecum spiega in cosa consiste la composizione negoziata;
3. il dialogo con i creditori finanziari. Le banche non sono creditori qualsiasi: non solo perché esse sono importanti per ogni tentativo di ristrutturazione, ma anche perché esse sono soggette a regole molto precise e stringenti che le limitano nel dialogo con il debitore. Se un’impresa in difficoltà vuole dialogare con le banche (e con i creditori finanziari in genere), essa deve conoscere queste regole, pena non comprendere le motivazioni e gli obiettivi dei suoi interlocutori. Il Vademecum descrive in modo semplice le principali regole che le banche sono obbligate a seguire quando trattano con un cliente in difficoltà.