Fornire uno strumento conoscitivo di sintesi sull’applicazione della procedura di VAS (Valutazione ambientale strategica) per valutarne l’efficacia ed il contributo allo sviluppo sostenibile.
È questo l'obiettivo del Rapporto 2016 sull’applicazione della VAS – IN ALLEGATO - che raccoglie ed esamina le procedure di VAS svolte nel 2015 a livello statale, regionale e locale.
L’attività di rendicontazione è svolta dal Ministero dell’Ambiente anche sulla base dei contributi forniti dalle regioni ai sensi dell’articolo 7, comma 8 del D.lgs.152/06.
“Sul piano dei numeri, il 2015 – si legge nella presentazione - ha fatto registrare, a livello macroscopico, un forte incremento dei procedimenti di VAS statali conclusi ed una sensibile contrazione di quelli di livello non statale.
Questi fenomeni in buona misura trovano spiegazione esogena nel rapporto con i cicli di pianificazione programmazione: da un lato la concentrazione del rinnovo dei programmi operativi nazionali per l’utilizzo dei fondi UE e dei piani attuativi delle Direttive 2000/60/CE (gestione distretti idrografici) e 2007/60/CE (rischio alluvioni), dall’altro l’esaurirsi di cicli di pianificazione comunale in alcune grandi regioni.”
Una questione che emerge dal rapporto 2016 “è relativa all’impatto sull’effettività e sull’efficacia della VAS conseguente alla progressiva devoluzione a livelli subregionali delle funzioni di autorità competente per i piani di livello comunale e locale. Un effetto certo sembra essere la “immersione” di dati sui procedimenti svolti a tale livello: molte Regioni che hanno delegato tali funzioni riconoscono di non avere contezza dei procedimenti di VAS svolti a livello comunale e locale, con conseguente sottostima del numero complessivo di procedimenti svolti a livello nazionale.”
Da quest’anno “si è cercato di indagare più a fondo sulle caratteristiche dei procedimenti di VAS e di verifica di assoggettabilità dei piani comunali e sub?comunali, nella consapevolezza che essi rappresentano dal punto di vista quantitativo il cuore della VAS praticata in Italia (70% di tutte le VAS svolte e 96% delle verifiche di assoggettabilità) e che la loro gestione, soprattutto come verifica di assoggettabilità, incroci gli aspetti normativi più controversi (definizione di “piccole aree” e di “modifiche minori”) con notevoli ricadute sul contenzioso giudiziario.”
Altre significative indicazioni “vengono dall’analisi dei tempi di durata dei procedimenti di VAS – dove è evidente come questa sia influenzata grandemente dalla complessità del procedimento maggiore di cui è parte, soprattutto per i piani urbanistici – e dai dati sugli esiti delle verifiche di assoggettabilità – dove colpisce l’eterogeneità di situazioni tra le diverse regioni, indice probabile di come la gestione delle VdA risponda a impostazioni diverse di politiche e approcci normativi regionali alla disciplina.”
Infine, l’analisi sul monitoraggio VAS “testimonia delle perduranti difficoltà incontrate da questo strumento, che solo negli ultimi anni, e solo per i piani e programmi di maggior respiro e peso, sembra entrare nella routine attuativa e, comunque risulta ancora incapace di esplicare a pieno l’importante funzione per cui esso è pensato. Il monitoraggio resta in troppi casi sulla carta o addirittura non viene neanche previsto. Ritardi culturali, difficoltà operative e incertezze normative rappresentano ancora ostacoli su cui intervenire.”
Leggi anche: “Valutazione ambientale strategica (VAS), pubblicato il Rapporto 2015”