Ieri il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare, dinanzi alla Corte costituzionale, la legge della Regione Valle Aosta n. 3 del 20 marzo 2018, recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Regione autonoma Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. Modificazioni alla legge regionale 26 maggio 2009, n. 12 (Legge europea 2009), in conformità alla direttiva 2014/52UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale”, pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale n. 18 del 10 aprile 2018 ed entrata in vigore il 25 aprile.
Secondo il Governo questa legge, nell’apportare modifiche alla previgente disciplina regionale in materia di VIA, eccede dalle competenze riconosciute alla Regione Valle d’Aosta dallo Statuto di autonomia, invadendo la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione.
Ricordiamo che la legge regionale 20 marzo 2018 n. 3 della Valle d'Aosta si compone di sedici articoli e cinque allegati volti a modificare in particolare alcune norme regionali concernenti la Valutazione di impatto ambientale -VIA di determinati progetti pubblici e privati.
Le modifiche più significative sono un rafforzamento della tutela dei siti della rete Natura 2000, la regolamentazione dell'istituto di richiesta di pareri preliminari, l'espressione del parere di VIA con provvedimento dirigenziale e non più con delibera di Giunta. Inoltre, le disposizioni sul monitoraggio degli interventi sono state uniformate alla Direttiva europea, mentre la parte sanzionatoria è stata riscritta recependo la normativa nazionale con sensibile aumento delle sanzioni stesse. Unica innovazione, la maggiore precisazione della definizione di allevamenti intensivi adeguata alla realtà regionale.