Circa 600 aziende italiane del settore delle valvole e dei rubinetti hanno contribuito al libro bianco del comparto, rappresentato da Avr. L’Ufficio studi ANIMA, assieme ad Atradius, tra le società leader nel settore dell’assicurazione dei crediti, fideiussioni e recupero crediti, e la collaborazione di alcuni docenti di grandi atenei come Università Cattolica, SDA Bocconi, Università di Ferrara, Università di Strasburgo e Politecnico di Milano, ha tracciato l’andamento nel periodo 2009-2014 di redditività e gestione delle imprese del settore, la dinamica degli investimenti, l’indebitamento e la liquidità delle imprese, la patrimonializzazione e la solidità finanziaria.
Il Presidente di Avr, l’associazione di riferimento, Ugo Pettinaroli conferma: “il nostro settore è solido, sappiamo che il nostro ciclo produttivo è assai lungo. Speriamo che la nuova legge europea ci aiuti ad accorciare i termini di pagamento. Ci conforta vedere che nonostante questa crisi lunghissima siamo aziende sane”.
La liquidità del comparto conferma la robustezza delle aziende italiane che producono valvole e rubinetti. Il settore mostra una marginalità sulle vendite con un lieve ma costante trend di crescita soprattutto per le imprese più grandi, sopra i 10mln di euro di fatturato. Un miglioramento della gestione del capitale circolante è evidenziato dalla riduzione della durata del ciclo commerciale. Mentre gli investimenti sembrano ancora non decollare. Il rallentamento della voce export evidenzia come il settore sia messo alla prova dai ridimensionamenti delle opportunità estere. Soprattutto rispetto a mercati che fino a ieri sembravano crescere, come Cina, India e Russia, e che oggi non lasciano più ben sperare.
Paolo Galloso, Responsabile Ufficio Studi ANIMA commenta lo studio aggiungendo che “Abbiamo inserito una componete di analisi sulla gestione del credito dall’ordine al pagamento. L’assicurazione del credito trova maggior riscontro come pianificazione economico-finanziaria. In una situazione dinamica e competitiva come quella attuale non è utile mantenere una posizione difensiva. Lo strumento dell’assicurazione ha l’obiettivo di aiutare le aziende a esportare perché l’export è l’elemento guida per l’economia nazionale. Il rischio di investire le aziende italiane lo mettono già in conto”.