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Vecchi edifici, primato in Liguria: l’86,7% sono ante 1981

Confartigianato: degli edifici liguri over 35, il 18,2% sono in mediocre o pessimo stato di conservazione

giovedì 19 novembre 2015 - Redazione Build News

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“In Liguria la maggiore età media d’Italia si conta anche tra case e palazzi: spetta alla nostra regione il primato di possedere il più elevato numero di edifici residenziali costruiti prima del 1981”, sottolinea Confartigianato Liguria. “Sono l’86,7%, per un totale di 228.365. Numeri consistenti anche in Piemonte (82,6%) e Toscana (81,9%). Le regioni “più giovani” sono invece la Sardegna (solo il 63%) e la Campania (68,4%)”.

In Liguria “la fotografia provinciale vede Genova prima provincia italiana per numero di edifici ante 1981: sono il 91,8%, circa 90.800. Tra le prime 50 in classifica anche La Spezia (84,9%, circa 39.400), Savona (84,3%, 52.300) e Imperia (81,7%, 45.800 strutture). Di queste, Imperia è la provincia che conta la maggior percentuale di edifici vecchi in cattivo stato di conservazione: sono il 21,4%, 9.813. Segue La Spezia (19%), con 7.500 abitazioni, case e condomini in pessime condizioni. La provincia di Genova ne conta ben 15.500, circa il 17% del totale. Infine Savona, con una percentuale del 16,6%, registra 8.700 edifici che versano in mediocre o pessimo stato.

IL 18,2% IN MEDIOCRE O PESSIMO STATO DI CONSERVAZIONE. Degli edifici liguri “over 35”, ben 41.582 (il 18,2%) sono in mediocre o pessimo stato di conservazione. Per ciò che riguarda le strutture più recenti, oltre 1.300 su circa 35 mila (il 3,7%) versano in cattive condizioni. Complessivamente, sui 263.468 edifici residenziali liguri, il 16,3% si trova in mediocre o pessimo stato, valore che pone la regione al nono posto in Italia. Percentuale quasi in linea con quella nazionale (16,8%): in Italia, sugli oltre 12 milioni e 128 mila edifici, i tre quarti hanno oltre 35 anni di vita.

Le situazioni peggiori al Sud, dove le percentuali che indicano strutture in cattive condizioni o fatiscenti superano anche il 26% (il caso di Calabria e Sicilia). Le regioni meglio conservate sono invece Umbria, Trentino Alto Adige e Toscana (con percentuali comprese tra il 10% e l’11%)”.

Il Piano casa - commenta Paolo Figoli, presidente regionale del settore costruzioni Anaepa-Confartigianato - si inserisce anche in questo quadro, quello di un prezioso patrimonio edilizio che però, come dimostrano i dati, necessita di un recupero. Parliamo di interventi di ristrutturazione, anche di messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico o per il risparmio energetico. Il disegno di legge va anche in questa direzione e sarà uno strumento importante per far ripartire il settore edile e creare occupazione sul territorio. Un confronto utile – sottolinea Figoli - tra rappresentanti della regione e delle associazioni di categoria, professionisti, addetti ai lavori e Comuni, nell’ottica di far chiarezza e di lavorare insieme per mettere in luce le esigenze di tutte le parti coinvolte.

Leggi anche: Nuovo Piano casa Liguria, gli urbanisti: “È deregulation per aggirare l'ordinaria pianificazione”

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