Nel settore delle costruzioni “va spostato il baricentro dei Lavori Pubblici dalle grandi opere alle piccole ed alla manutenzione. A fronte di questo mutamento, la grande impresa guarderà con ancor maggiore attenzione all’estero e la PMI si attrezzerà per meglio rispondere ad un mercato dell’offerta più a sua misura, come peraltro previsto dallo Small Business Act, i cui principi devono diventare una prassi operativa e non rimanere una mera enunciazione”.
Lo ha detto la Presidente di Finco (Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni), Carla Tomasi (foto), nella sua relazione introduttiva all’Assemblea del Ventennale, dal titolo “20 anni di FINCO. Opportunità e progetti per il futuro delle Costruzioni”, che si è aperta questa mattina a Milano alla presenza di molti illustri ospiti, con il Patrocinio della Camera dei Deputati.
TAVOLI DI CRISI ANCHE SULLE PICCOLE IMPRESE. Secondo Tomasi “la politica – anche quella locale – dovrebbe avere strategie economiche improntate ad una valorizzazione delle realtà imprenditoriali non solo, o soprattutto, in un’ottica che privilegi gli interventi a favore di grandi imprese, non sempre o non più sane. Ai cento Tavoli di crisi aperti per tali imprese andrebbero affiancati altrettanti Tavoli, portati avanti con pari impegno, sulla piccola impresa”.
Riguardo al settore delle costruzioni, “va definitivamente chiarito che esso non è costituito solo dagli operatori edili ma anche da tutto quel variegato universo che va dai produttori di materiali da costruzione agli impiantisti, dai fornitori di servizi ai distributori, alle imprese specialistiche che proprio in Finco trovano la loro casa”.
Il presidente di Finco punta il dito contro i “tentativi di trasformare in “edilizia” tutto ciò che accade in cantiere, anche per finalità strumentali. Ad ogni tipologia di attività deve corrispondere un riconoscimento, ogni attività deve avere la sua “dignità” e la sua giusta, tempestiva e diretta remunerazione senza inutili intermediazioni”.
PUNTARE SU QUALITÀ DEI PRODOTTI E SULLA QUALIFICAZIONE DELLE IMPRESE. Per far crescere il settore delle costruzioni, che rappresenta quasi il 10% del Pil italiano, “bisogna spingere fortemente sulla qualità che nel nostro caso significa qualità dei prodotti (magari guardando di più anche al Made in Italy) e qualificazione delle imprese, non sulla carta ma dimostrata sulla base di reali capacità. Significa – sottolinea Tomasi - eliminare la concorrenza sleale di chi, incapace di “fare”, si propone al mercato avvalendosi di capacità altrui”.
IL FUTURO DI FINCO. Tomasi ha poi illustrato i punti generali che sintetizzano come la Federazione Finco dovrebbe continuare a caratterizzarsi in futuro: 1) Indipendente dai partiti, con un’attività di relazioni istituzionali propositiva e trasparente; 2) Impegnata a promuovere mercato, concorrenza, qualità e qualificazione delle imprese; 3) Europea ed internazionale; 4) Aperta al confronto con tutti gli interlocutori rilevanti per il settore e, in generale, con le parti sociali; disponibile al dialogo, ma non consociativa; 5) Coprotagonista della crescita non solo economica, ma anche sociale e civile del Paese, per quanto in sua facoltà.
IL PROGETTO FINCACADEMY. Nella sua relazione il presidente Finco ha inoltre parlato del progetto FincAcademy, volto a consentire alle piccole imprese di poter fruire, in forma aggregata, della formazione che hanno già pagato versando obbligatoriamente all’INPS lo 0.30 % della retribuzione di ciascun dipendente.
Le risorse umane sono – come noto - tra gli asset decisivi in imprese che devono competere. Quelle che mostrano tassi di crescita molto elevati sono infatti spesso caratterizzate da un notevole impiego di competenze. Molte piccole aziende sono, tuttavia, sprovviste o non in condizione di poter contare su risorse umane adeguatamente formate limitando così le proprie potenzialità. Compito della Federazione è anche quello di cercare di essere di supporto nel colmare tale lacuna.
Questo – ha detto Tomasi - è il motivo per cui abbiamo creato FincAcademy, che vede formalmente oggi la sua nascita. Tale soggetto attuatore non fornirà direttamente formazione ma metterà a fattor comune le eccellenze formative delle nostre Associazioni federate e del mondo Finco.NUOVO PROGETTO PER LA MANUTENZIONE. Il numero uno della Federazione ha poi anticipato la presentazione a breve di un nuovo Progetto Finco che ha come epicentro la Manutenzione: “esso sarà articolato in Piattaforme operative modulari predisposte con particolare attenzione alle possibilità di lavoro da parte delle nostre aziende. Efficienza, risparmio energetico e tecnologie pulite sono infatti indispensabili per la protezione dell’ambiente e per incrementare la nostra economia ed i connessi posti di lavoro. E’ un impegno richiesto dalla comunità internazionale, ma è anche una opportunità di affermazione per le capacità professionali e tecnologiche del nostro Paese attraverso il quale trovare una nuova via alla crescita”.
STABILIZZARE L'ECOBONUS DEL 65% FINO AL 2030 E SEMPLIFICARE IL CONTO TERMICO. Secondo Tomasi “gli investimenti pubblici e privati nell’ambito della SEN (Strategia Energetica Nazionale) devono costituire un asset primario stabilizzando il bonus del 65% fino al 2030, magari con aliquote decrescenti in relazione al tempo e/o alla complessità dell’intervento; potenziando e semplificando il Conto Termico che dovrà essere volano di efficientemente per il comparto degli immobili pubblici e lanciando finalmente l’Ecoprestito che da diverso tempo sosteniamo”.
IL MERCATO NON TORNERÀ PIÙ COME QUELLO DI PRIMA. “Leggiamo in molti rapporti di Istituti e Centri Studi o in dichiarazioni ufficiali – ha detto la presidente Finco - riferimenti al fatto che il livello economico delle costruzioni è oggi tornato a quello di 10 anni fa o che riusciremo a tornare ai livelli del 1998 solo nel 2016, nel 2017 o oltre. Questo approccio, certamente comprensibile per dare il senso della gravità della crisi, è tuttavia “ideologicamente” errato perché non tiene conto della netta discontinuità intervenuta specie nell’ultimo quinquennio: non si tornerà più ad un mercato con le caratteristiche di quello che abbiamo conosciuto, ed a certe percentuali di ritorno sull’investimento, al di là dell’auspicabile ripresa prevista. Occorre – sottolinea Tomasi - prenderne consapevolezza e organizzarsi di conseguenza. Intanto occorre prendere atto, non solo a parole ma anche con coerenti comportamenti nelle azioni di relazione istituzionale, che la riduzione dei consumi energetici e dell’uso di risorse naturali nonché del consumo del territorio sono inaggirabili stelle polari nel prossimo panorama del settore delle costruzioni ed in genere della civile convivenza”.
RIQUALIFICAZIONI, SERVE UN MUTAMENTO IN SENSO INDUSTRIALE AVANZATO. Finco spinge per un epocale cambio in senso industriale avanzato nel settore delle riqualificazioni - che oggi incide già per oltre i tre quinti nel comparto delle costruzioni – anche attraverso l'aumento dei livelli qualitativi e di specializzazione delle imprese.
Quanto poi al mercato delle nuove costruzioni, la Federazione auspica una effettiva e compiuta industrializzazione del settore, nel quadro della sostituzione urbana, puntuale e di area vasta.
FORMAZIONE TECNICA E CERTIFICAZIONE. Più in generale il mercato italiano delle costruzioni si caratterizza per l'insoddisfacente grado di qualificazione di molte imprese e per la tendenza all'estremo ribasso dei costi. “Dobbiamo – ha sottolineato Tomasi - andare verso un serio mutamento rispetto alla configurazione attuale del mercato - caratterizzato spesso da imprese con scarsa qualificazione e con un approccio orientato al ribasso estremo dei costi - da raggiungere anche attraverso l’ importante ruolo della normazione volontaria, il controllo di qualità ed un efficace sistema di certificazione nell’ambito di una adeguata sorveglianza di mercato. Ed in proposito Finco non può non essere preoccupata del previsto abbattimento del contributo ministeriale agli Enti di normazione del nostro Paese”.
Quindi “Manutenzione, Efficienza Energetica, Sostenibilità ed Industrializzazione del settore come aspetti strettamente collegati tra loro in termini di strategie, obiettivi e sviluppo futuro dei settori federati e quindi della Federazione”.