L'Istat ha aggiornato al 2017 i dati sull'ambiente urbano relativi ai 109 comuni capoluogo.
Peggiora la qualità dell’aria: in 40 città (+5 sul 2016) il valore limite per il PM10 è superato per più di 35 giorni. Superamenti dei limiti si rilevano anche in 16 città (+9) per il PM2,5 e in 28 (+5) per il biossido di azoto. 62 città (+22) non rispettano l’obiettivo a lungo termine per l’ozono (max 25 giorni di superamento della soglia di legge).
Aumenta l’estensione del verde urbano (+0,7% sul 2016), che copre il 2,9% del territorio comunale dei capoluoghi (oltre 573 milioni di m2, pari a 31,7 m2/ab.), cui si aggiunge un altro 16,6% di aree naturali protette. Continua l’espansione degli orti urbani (+4%), che sommano quasi 2 milioni di m2 di superficie in 77 capoluoghi.
I cittadini hanno presentato ai Comuni più di 2 mila esposti in materia di inquinamento acustico (12,5 ogni 100 mila abitanti, +3,4% sul 2016). Stabili, invece, i controlli effettuati (8,5 ogni 100 mila abitanti), che registrano superamenti dei valori limite nel 46,6% dei casi (42,9% nel 2016), e nel 53,5% dei casi per le attività di servizio o commerciali (49,6% nel 2016). Per la prima volta si diffondono informazioni sulle richieste (9.942) e le relative autorizzazioni in deroga ai limiti acustici per attività temporanee (manifestazioni e cantieri), concesse in oltre il 90% dei casi, dato che evidenzia una scarsa propensione al contenimento del fenomeno.
Gli indicatori sui veicoli circolanti sono per la prima volta basati su stime, anziché su semplici aggregazioni di dati amministrativi. Questa scelta risponde all’obiettivo di migliorare l’informazione territoriale sulle pressioni esercitate sull’ambiente dal traffico veicolare, correggendo le anomalie nella distribuzione dei veicoli sul territorio legate al diverso regime fiscale applicato alle immatricolazioni in alcune province. La fonte primaria dei dati resta il Pubblico registro automobilistico (Aci). Gli indicatori, riferiti agli anni 2015-2017, sono diffusi per provincia/città metropolitana e per comune capoluogo. Nei capoluoghi continuano a crescere i tassi di motorizzazione, pari a 610 auto e 133 motocicli ogni mille abitanti (600 e 132, rispettivamente, nel 2016). Crescono le quote di auto Euro 5 ed Euro 6 (34,5% del totale, 29,7% nel 2016). Aumentano le auto a basse emissioni (+8,4% sul 2016 le auto a gas/bi-fuel, +36,4% le elettriche/ibride), la cui quota si avvicina al 10% (8,5% gas/bi-fuel, 0,7% elettriche/ibride). Continua a crescere, tuttavia, la quota delle auto più obsolete e più inquinanti (8 anni e più), pari al 63,4% (62,5% nel 2016).
Crescono i consumi di energia elettrica e gas metano sia a livello nazionale sia nell’insieme dei capoluoghi, dove però gli incrementi sono più contenuti: +1,6% sul 2016 per l’elettricità (Italia +2,2%) e +0,7% per il gas (Italia +3,1%). Il teleriscaldamento è attivo in 42 città (+1 sul 2016) con un aumento del 2,5% della volumetria servita. In forte aumento anche il numero delle colonnine di ricarica per auto elettriche (+11,5%), presenti in 70 città (+8). La riqualificazione energetica degli edifici comunali è in atto in 42 capoluoghi: il 63,3% degli interventi riguarda gli impianti di riscaldamento e l’11,8% la sostituzione degli infissi.
Le politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti urbani più diffuse riguardano la promozione di buone pratiche in uffici e scuole comunali (60 città), l’approvvigionamento di acqua potabile in spazi pubblici (62) e le campagne di sensibilizzazione (59). 82 città incentivano il compostaggio domestico, soprattutto con sconti sulle tariffe (75). La tariffa puntuale (basata sulla produzione effettiva delle utenze, è applicata in 9 delle 29 città che adottano modalità di raccolta compatibili con la sua attuazione. La produzione di rifiuti urbani ammonta, nei capoluoghi, a quasi 10 milioni di t (-0,7% sul 2016), pari a 546 kg/ab. Sale al 46,6% la quota della raccolta differenziata (44,5% nel 2016), che in 32 città raggiunge l’obiettivo del 65%. Infine, i comuni capoluogo raccolgono carta, toner e plastica nel 66% delle proprie unità locali.
Undici capoluoghi hanno applicato misure di razionamento dell’acqua per uso civile (-3 sul 2016): Latina (unico caso fuori dal Mezzogiorno), Avellino, Cosenza, Catanzaro, Reggio di Calabria, Trapani, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna e Sassari.