“È mio intendimento farmi promotore di una riforma delle discipline “a regime” vigenti in materia di valutazione d’impatto ambientale (VIA) e di valutazione ambientale strategica (VAS), allo scopo di semplificare e accelerare le relative procedure. Ciò, ovviamente, non può andare a discapito della qualità delle valutazioni, che devono continuare a svolgersi nel pieno rispetto del quadro normativo europeo”.
Lo ha annunciato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, in occasione di una audizione in Commissione parlamentare per la semplificazione amministrativa.
Secondo Galletti “è possibile semplificare lo stato delle procedure ad oggi vigenti, ad esempio mediante la pubblicazione e la consultazione degli atti e provvedimenti sui siti informatici delle amministrazioni o la razionalizzazione delle tempistiche dei procedimenti. Credo inoltre che sia necessario fornire maggiori certezze giuridiche ai proponenti circa la verifica di assoggettabilità a VIA. Analogamente è possibile procedere con riferimento all’autorizzazione integrata ambientale (AIA), allo scopo sia di semplificare le procedure per il rilascio delle AIA statali e riordinare il riparto di competenze tra Stato e Regioni nella materia, sia di ridefinire i rapporti tra procedure di VIA e AIA statali”.
SEMPLIFICAZIONE DELLE VALUTAZIONI E DELLE AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI DA RENDERE A SEGUITO DI EVENTI EMERGENZIALI. Il titolare del Minambiente ha evidenziato come, a diritto vigente, “già sussista la possibilità di “esentare” un progetto dalla VIA per gli interventi necessari a far fronte ad emergenze derivanti da calamità naturali. Tale materia, in Italia, è disciplinata in particolare dall’art. 6 del D. Lgs. 152/2006. La normativa nazionale andrà comunque riallineata al diritto comunitario, trasponendo gli obblighi previsti per i casi di esenzione nell’ambito del recepimento della nuova direttiva VIA entro marzo 2017. Il tema è ovviamente molto delicato, in considerazione dell’alto numero di Ordinanze di Protezione Civile che vengono adottate e del comprensibile rigore con cui la Commissione europea affronta il tema ai fini di eventuali procedure di infrazione”.
“In virtù di questa considerazione, e ferma restando la possibilità di esenzione dalla VIA per i casi da affrontare con la maggiore urgenza”, secondo Galletti “sarebbe possibile provare a delineare normativamente una agile istituzione che abbia il compito specifico di affrontare le valutazioni di impatto ambientale direttamente connesse alla gestione degli stati post-emergenziali. Tale istituzione potrebbe essere configurata quale sezione aggiuntiva della Commissione VIA specializzata in tema di emergenze, o come organismo strutturalmente presente presso ISPRA. Tale strumento consentirebbe di sveltire il procedimento di VIA, posto che la struttura in parola sarebbe dedicata solo ed esclusivamente ad affrontare le valutazioni connesse all’emergenza, e non avrebbe dunque da gestire l’ordinaria amministrazione, senza però rinunciare a valutazioni ambientali pienamente rispettose della normativa interna e comunitaria”.
DISSESTO IDROGEOLOGICO E TUTELA DEL TERRITORIO E DELLE ACQUE. Nel corso dell'audizione il ministro si è soffermato anche sugli interventi normativi che “hanno fortemente inciso sia sugli aspetti della programmazione degli interventi in materia di rischio idrogeologico che sulle fasi di progettazione ed esecutive degli stessi e di quelli necessari all’adeguamento del servizio idrico integrato”: l’art. 10 del decreto legge n. 91 del 2014 e gli art. 7 e 9 del decreto legge n. 133 del 2014, nonché i provvedimenti attuativi emanati dal Governo nel corso del 2015, come il d.p.c.m. 28 maggio 2015 con il quale sono stati stabiliti i criteri e le modalità per definire le priorità di attribuzione delle risorse finanziarie agli interventi del settore e il d.p.c.m. 15 settembre 2015 con il quale è stato approvato il primo Piano stralcio Aree Metropolitane ai sensi dell’art. 7 comma 8 dello Sblocca Italia. Nel settore idrico sono state avviate le procedure sostitutive e la nomina dei Commissari al fine di accelerare la progettazione e la realizzazione degli interventi in materia di fognatura e depurazione.
“Se la 'ratio' che ha ispirato detti provvedimenti è stata quella di semplificare e di fare chiarezza su competenze, criteri e responsabilità, bisogna tuttavia riconoscere che non sempre la straordinarietà dello strumento prescelto ha di per sé determinato l’efficacia dell’azione amministrativa”, ha osservato Galletti. “Ad esempio non sempre i poteri speciali riconosciuti ai Presidenti di Regione o ai Commissari hanno determinato una accelerazione nella realizzazione delle opere, facendo emergere ulteriori criticità proprie della fase realizzativa degli interventi, in cui i soggetti attuatori non risultano spesso strutturati per affrontare su vasta scala le molteplici problematiche di natura tecnica amministrativa e procedurale che possano insorgere nella fase di autorizzazione ed esecuzione delle opere. Si tratta di un tema di grande importanza che merita di essere affrontato con decisione. Dinanzi a situazioni di particolare gravità, per far fronte alle quali è magari necessario derogare all’ordinario assetto delle competenze, è necessario – ha suggerito il ministro - che chi intervenga in via sostitutiva abbia tutte le risorse necessarie per adempiere adeguatamente al compito al quale è chiamato. A questo riguardo pare necessario un intervento normativo in grado di farsi carico di queste esigenze”.
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