Il Gruppo VELUX ha pubblicato l'edizione 2017 dell'Healthy Homes Barometer in occasione di un evento, organizzato a Bruxelles nella sede del Parlamento europeo, dedicato alla salubrità degli edifici. Lo studio di quest'anno, sviluppato in collaborazione con Ecofys, una società di Navigant, Fraunhofer IBP e Copenhagen Economics, esamina la correlazione fra ambienti abitativi e salute degli occupanti, affrontando anche alcuni aspetti economici.
I rischi di ammalarsi aumentano del 66%
Stando ai risultati, che si riferiscono a un campione europeo, gli abitanti che vivono in edifici considerati 'malsani' (ovvero con alti tassi di umidità e muffa) hanno una probabilità aumentata del 60% di godere di cattiva salute e del 40% di soffrire di asma rispetto al vivere in ambienti più salubri.
Allo stesso tempo, coloro che soffrono di povertà energetica (ovvero che non sono in grado di mantenere le loro case calde in inverno) hanno il doppio delle probabilità di soffrire di problemi di salute e il triplo di avere umidità in casa.
I costi della salute sono anche a carico dello Stato
I costi degli edifici malsani non sono percepiti soltanto a livello individuale, ma dovrebbero essere considerati anche come esborsi a livello centrale. I costi complessivi (diretti e indiretti) versati dai governi e dalle società europee raggiungono gli 82 mld di euro all'anno, associabili a due delle malattie connesse agli ambienti umidi, disturbi asmatici e malattie polmonare ostruttive croniche.
La soluzione: investire nella riqualificazione del parco edilizio esistente
Per risolvere questa situazione, la soluzione più efficiente sarebbe quella di riqualificare il parco edilizio vetusto. Questo comporterebbe non solo un miglioramento della salute degli abitanti e una riduzione dei costi ad esse correlati, ma fungerebbe anche da catalizzatore per le economie europee. Oltre chiaramente ai ben noti vantaggi in termini di riduzione delle emissioni di CO2 e di impatto ambientale del costruito.
Il Barometro esamina infine le disponibilità complessive a livello di capitale privato disponibile per interventi di ristrutturazione negli Stati membri dell'UE – pari a 30 trilioni di euro - e le azioni che dovrebbero essere messe in atto per sbloccare alcune risorse da destinare alla rigenerazione edilizia.