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Welfare professionisti, Adepp chiede di poter spendere di più

Consentire agli enti previdenziali di utilizzare ulteriori somme fino al 5 per cento dei rendimenti cumulati del patrimonio delle singole gestioni

venerdì 8 febbraio 2019 - Redazione Build News

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“Negli ultimi anni c’è stata una forte riduzione dei redditi, che ha penalizzato soprattutto la generazione dei giovani professionisti, di genere femminile e delle zone geografiche già svantaggiate. Per questo, pur comprendendo l’obiettivo del saldo e stralcio di dare un aiuto a chi è in difficoltà, riteniamo più strategico dare ai professionisti strumenti per essere più performanti nel lavoro, aiutarli ad avviare l’attività, dare loro una copertura assicurativa, sanitaria e altre tutele, preservando allo stesso tempo il loro castelletto previdenziale”, dice il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti.

In parallelo negli ultimi anni le Casse hanno aumentato contributi e patrimonio, però – a causa dei numerosi vincoli e controlli ministeriali – non hanno potuto utilizzare le risorse aggiuntive né per la valorizzazione dei montanti contributivi, né per erogare prestazioni assistenziali o per prevedere ulteriori misure di welfare integrato a sostegno degli iscritti.

L’Adepp ha quindi chiesto alla commissione Lavoro del Senato di riproporre un emendamento che consentirebbe agli enti previdenziali di utilizzare “ulteriori somme fino al 5 per cento dei rendimenti cumulati del patrimonio delle singole gestioni” per “prevedere a favore degli iscritti forme di tutela di natura socio-assistenziale, di promozione e sostegno del reddito e dell’esercizio della libera professione, in particolare per favorire l’ingresso di giovani professionisti nel mercato del lavoro, nonché di welfare”. Queste risorse aggiuntive si sommerebbero ai 530 milioni di euro che le Casse già investono ogni anno nel welfare dei professionisti.

L’emendamento, già approvato durante i lavori per l’ultima legge di bilancio, è poi scomparso nella stesura finale della norma.

Per quanto riguarda il saldo e stralcio, l’Associazione degli enti previdenziali privati ha chiesto di inserire un rimando ad apposite delibere degli enti, poiché così come è scritta ora la norma, rischia di non essere d’aiuto ai professionisti interessati. “Per i liberi professionisti, a differenza dei lavoratori dipendenti, non vige il principio dell’automaticità delle prestazioni e ciò in molti casi comporta l’impossibilità, in caso di mancato versamento delle somme dovute, di maturare il diritto alla prestazione”, spiega una nota tecnica dell’Adepp.

Lasciare che le Casse recepiscano il saldo e stralcio nella loro autonomia significa anche rispettare il dettato della Corte costituzionale che in una sentenza di inizio 2017 (n. 7) ha definito virtuoso il sistema privato e ha imposto al Legislatore di preservarne l’autosufficienza finanziaria.

Nell’audizione di lunedì scorso Adepp ha anche chiesto semplificazioni giuridiche per le Casse, di avere un unico soggetto di vigilanza e di controllo, di anticipare la fine della spending review, di poter fare investimenti in linea con le tecniche internazionali, e di avere una tassazione sui rendimenti dei contributi in linea con quella europea.

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