“Questo paese ha saputo costruire bene e per tanti anni con buone tecniche e buoni processi, spesso all'avanguardia tecnologica. Il problema vero è la manutenzione. Fabbricati e infrastrutture invecchiano: vale per il calcestruzzo, per il ferro, per l'acciaio. Il punto è questo: abbiamo perso la cultura della manutenzione”.
Lo denuncia il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri Armando Zambrano, in una intervista pubblicata oggi sull’inserto de la Repubblica “Affari e finanza”.
“Abbiamo già presentato una proposta di un piano nazionale di prevenzione che obblighi tutti i proprietari a farsi rilasciare un certificato statico e sismico. Ci sono regioni che hanno approvato un 'fascicolo del fabbricato', ma solo a Milano è prevista una certificazione statica, anche grazie al contributo dell'Ordine locale”, ricorda Zambrano.
Dunque occorre obbligare i proprietari a intervenire, ma dando loro – precisa il presidente del Cni - “un congruo lasso di tempo, diciamo una ventina d'anni. Nel frattempo devono operare degli incentivi: un buon passo avanti è stato fatto l'anno scorso con l'introduzione del “sisma bonus”, che prevede che lo Stato copra dal 50 all'85% del totale, in funzione del livello di sicurezza raggiunto, di una spesa fino a 96 mila euro. Ciò avviene grazie a un credito d'imposta da recuperare in cinque anni, però dobbiamo tenere presente che molti pensionati o incapienti non possono utilizzare il credito d'imposta se non facendo intervenire una società che acquisti il credito. Ma – osserva Zambrano - il credito d'imposta da solo non basta se non si introduce l'obbligatorietà dell'intervento. Che fra l'altro avrebbe anche altri effetti benefici. Se l'intervento diventa obbligatorio anche l'assicurazione contro i terremoti costerebbe poco. Da qui anche l'idea di rendere questa polizza obbligatoria: in Italia c'è sempre stata l'idea che lo Stato debba sempre intervenire per proteggere la proprietà privata”.