Fisco

Zero imposte per le aggregazioni tra professionisti: via libera dal Governo

Nel decreto sulle imposte sui redditi, approvato dal CdM, una norma prevede la neutralità fiscale per le aggregazioni tra professionisti: niente imposte in caso di passaggio da uno studio individuale ad uno associato o per coloro che creano Società tra professionisti

venerdì 3 maggio 2024 - Alessandro Giraudi

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Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha espresso “grande apprezzamento” per il decreto legislativo per la revisione del regime impositivo dei redditi delle persone fisiche (IRPEF) e delle società e degli enti (IRES), approvato il 30 aprile dal Consiglio dei ministri e attuativo della legge delega sulla riforma fiscale (legge 9 agosto 2023, n. 111).

Una norma, in particolare, prevede la neutralità fiscale per le aggregazioni tra professionisti: niente imposte in caso di passaggio da uno studio individuale ad uno associato o per coloro che creano Società tra professionisti.

Commercialisti: "traguardo storico"

Per il presidente della categoria dei commercialisti, Elbano de Nuccio, esso “rappresenta un altro concreto passo verso la razionalizzazione del nostro sistema tributario. In particolare, il decreto contiene la norma, proposta da tempo dal Consiglio Nazionale, che renderà neutrali i processi di riorganizzazione degli studi professionali. Un traguardo storico da accogliere con estrema soddisfazione in quanto viene rimosso un ostacolo che non aveva ragion d’essere e che faciliterà i percorsi aggregativi, anche multidisciplinari, indispensabili per creare strutture che sappiano meglio intercettare le esigenze del mercato. Un particolare ringraziamento va al Viceministro Maurizio Leo, principale artefice del percorso di riforma del sistema tributario”.

Secondo Salvatore Regalbuto, tesoriere e consigliere nazionale dei commercialisti delegato alla fiscalità, “il decreto contiene numerose novità indubbiamente importanti relative ai redditi di lavoro autonomo, tra le quali spiccano l’irrilevanza reddituale dei rimborsi spese, la razionalizzazione delle spese di manutenzione relative agli immobili e, in generale, una più compiuta disciplina di determinazione del reddito.  Anche sul fronte dei redditi di impresa sono particolarmente importanti le norme relative alla riduzione del doppio binario civilistico e fiscale e sui regimi di riallineamento, quelle relative alla scissione tramite scorporo e al riporto delle perdite nelle operazioni straordinarie”.

Il commento di Confprofessioni

Giudizio positivo del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ai provvedimenti in materia di politiche di coesione e di revisione dell’Irpef-Ires, varati dal Consiglio dei ministri: “Le misure varate dal Governo per incentivare le società tra professionisti e le agevolazioni introdotte per la promozione dell’autoimpiego di lavoratori autonomi e liberi professionisti rappresentano una spinta formidabile per superare le difficoltà che hanno frenato lo sviluppo di un settore strategico per la crescita del Paese. Due misure che vengono incontro alle richieste sostenute a più riprese da Confprofessioni per rilanciare il mercato dei servizi professionali»”, commenta Stella.

“Il Governo sta dimostrando una grande attenzione e sensibilità alle nostre proposte”, ha sottolineato Stella, “introducendo una serie di norme che potranno favorire l’ingresso dei giovani nel mercato degli studi professionali e, al tempo stesso, assicurare modelli organizzativi più strutturati e dinamici all’insegna della multidisciplinarietà e della crescita dimensionale degli studi”.

“Grazie al principio di neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali, viene rimosso uno dei principali ostacoli che ha frenato la loro crescita organizzativa e dimensionale”, ha concluso il presidente di Confprofessioni, sottolineando però che dalle ultime bozze disponibili emergono criticità in relazione alla disposizione che prevederebbe la concorrenza al reddito di somme, servizi e prestazioni erogati dagli enti bilaterali. Una misura che andrebbe in controtendenza rispetto alle politiche di sostegno ai redditi dei lavoratori dipendenti messo in campo finora dal Governo”.

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