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Certificati bianchi 2 - Le proposte di Amici della Terra e Ance

A Roma primo confronto pubblico sul documento del Ministero dello Sviluppo Economico

venerdì 2 ottobre 2015 - Redazione Build News

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Si è svolto ieri a Roma il convegno degli Amici della Terra con il primo confronto pubblico sul documento del Ministero dello Sviluppo Economico per la riforma dei Certificati Bianchi.

All’evento hanno partecipato i rappresentati istituzionali del Ministero dello Sviluppo Economico, delle altre istituzioni competenti e le principali associazioni di settore coinvolte: Sara Romano (Ministero Sviluppo Economico), Stefano Besseghini (Rse, gruppo GSE), Cecilia Gatti (Autorità per l'Energia), Federico Testa (Enea), Roberto Olivieri (Assoesco), Massimo Medugno (Assocarta), Fabio Bulgarelli (Utilitalia), Michele Santovito (Assoege), Alessandro Carettoni (Minambiente), Fausto Ferraresi (Airu), Massimo Beccarello (Confindustria), Marco Golinelli (Italcogen), Mauro Mallone (Mise), Monica Tommasi e Tommaso Franci (Amici della Terra). 


LE OSSERVAZIONI DEGLI AMICI DELLA TERRA. Nel 2020, in Italia, il risultato di risparmio energetico conseguito dai Certificati Bianchi dovrà essere pari a 4,3 Mtep/a di risparmi di consumi finali di energia, ossia sette volte superiore a quello raggiunto nel 2014. Dunque, le nuove linee guida per il funzionamento di questo meccanismo, su cui il Governo ha aperto una consultazione pubblica, non potranno limitarsi ad una semplice revisione delle procedure ma dovranno favorire un deciso consolidamento e potenziamento di quello che si è ormai affermato come lo strumento principale per l’efficienza energetica.

E’ lo stesso Governo, infatti, che ha giustamente scelto di utilizzare prioritariamente il meccanismo dei Certificati Bianchi (o titoli di Efficienza energetica, TEE) per conseguire l’obiettivo 2020 di risparmio energetico finale in base a quanto previsto dall’articolo 7 della Direttiva 27/UE/2012. Questo impegno, che per la prima volta è stato reso vincolante, è sancito in Italia dal Piano d’Azione nazionale per l’Efficienza Energetica (PAEE 2014) che prevede che il 62% di questo obiettivo venga conseguito tramite i Certificati Bianchi.

Ora però, il calcolo dei risparmi di energia è effettivo e non più semplicemente derivato dal calo di consumi. In base ai dati provvisori forniti dal Ministero per lo Sviluppo Economico alla UE, nel 2014, ai fini dell’obiettivo ex art. 7 della Direttiva, sarebbero stati conseguiti circa 0,76 Mtep annui di risparmi di cui il 78% da Certificati Bianchi, il 22% da detrazioni fiscali e un contributo molto limitato dal Conto Termico.

Risultati che richiedono un deciso incremento per conseguire gli impegni presi. Le linee guida dovranno tenerne conto ma è anche indispensabile che, contestualmente ad esse, vengano definiti gli obiettivi di risparmio energetico a carico dei soggetti obbligati, per gli anni successivi dal 2017 al 2020, in modo da offrire uno scenario di stabilità complessiva, insieme alle nuove regole, per tutti gli operatori coinvolti.

Per gli Amici della Terra, è inoltre necessaria una valutazione generale dei risultati dello strumento a 10 anni dalla sua istituzione. Occorre ricordare che, raccomandato dalla UE, il meccanismo dei Certificati Bianchi è stato adottato con successo in molti paesi europei e che, per l’Italia che lo ha inventato, il suo incremento dovrebbe costituire un punto d’onore. Fra i principali punti di forza del meccanismo occorre sottolineare il coinvolgimento attivo nello sforzo per la crescita dell’efficienza energetica del mondo delle utility soggette agli obblighi di risparmio energetico e lo sviluppo delle società di servizi energetici. La creazione di un nuovo mercato, di nuove aziende e relativi posti di lavoro ha consentito la diffusione e la crescita in Italia di un know how specializzato, all’avanguardia a livello europeo, nei servizi per l’efficienza energetica rivolti alle imprese.

Altro elemento qualificante del meccanismo è il basso costo-efficacia dei certificati bianchi che è di circa 8,5 € per MWh di risparmi di consumi finali di energia mentre, nel caso delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica, è otto volte superiore, pari a circa 68 € per MWh risparmiato.

Il consolidamento dei Certificati Bianchi, nel periodo 2017-2020, ci consentirà di perseguire l’obiettivo vero delle politiche di efficienza energetica: non solo una diminuzione dei consumi ma soprattutto risparmi di energia che corrispondano ad un miglioramento dell’intensità energetica nei vari settori di utilizzo dell’energia e ad un incremento della competitività del sistema paese.

LE PROPOSTE DELL'ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA. Con le nuove linee guida devono essere superate le criticità e le contraddizioni emerse nella gestione del meccanismo ma è soprattutto necessario individuare le soluzioni per un effettivo rilancio del suo funzionamento evitando un avvitamento burocratico che ne segnerebbe il depotenziamento e il declino. In questa prospettiva gli Amici della Terra hanno formulato le seguenti osservazioni al documento di consultazione:

- È condivisibile introdurre requisiti di maggiore qualificazione dei soggetti che accedono ai certificati bianchi ma senza introdurre barriere che restringano inutilmente il perimetro degli attori e delle potenzialità di intervento.

- Si condivide la necessità di eliminare i rischi legati all’attribuzione dei TEE con modalità che non siano chiaramente collegate all’effettivo conseguimento di risparmi energetici. Tuttavia le nuove modalità di riconoscimento dei TEE devono avere un carattere di flessibilità anche per gli interventi a più elevate intensità di capitale e maggiore vita tecnica, in particolare nei processi produttivi del settore industriale.

- Con le nuove linee guida deve essere reso disponibile un “catalogo” di parametri di riferimento per l’individuazione dei risparmi con caratteri di addizionalità rispetto a standard obbligatori o già diffusi sul mercato. Ciò ridurrebbe le incertezze per i presentatori degli interventi e aumenterebbe al trasparenza nella valutazione dei progetti.

- Il meccanismo deve essere aperto a interventi in tutti i settori in cui può risultare efficace come ad esempio trasporti e riqualificazione edifici.

- Si ritiene indispensabile, mantenere il sostegno al teleriscaldamento tramite i certificati bianchi fino al varo di nuovi strumenti di promozione per questo settore.

- Fondamentale agevolare le procedure di valutazione per il riconoscimento dei Titoli di Efficienza Energetica per i progetti basati su diagnosi energetiche qualificate.

- Le procedure per il riconoscimento dei certificati bianchi dovranno garantire certezza dei tempi e delle regole, trasparenza e proporzionalità tra irregolarità e sanzioni.

LE PROPOSTE DELL'ANCE. Si è svolta ieri l’audizione informale dell’Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) presso la Commissione Industria del Senato, nell’ambito del ciclo auditivo deliberato in relazione all’Affare assegnato sull’aggiornamento delle linee guida in materia di certificati bianchi.

Il Vicepresidente Ance per la Tecnologia, l’innovazione e l’ambiente, Geom. Gianluigi Coghi, ha rilevato come i TEE (Titoli di efficienza energetica) rappresentino una misura di grande impatto sul settore delle costruzioni. Infatti, nonostante abbiano avuto minor diffusione nel settore civile rispetto a quello industriale, se si guarda ai risparmi energetici conseguiti grazie allo strumento, nel settore residenziale l’energia risparmiata grazie ai TEE è sostanzialmente pari a quella relativa alla detrazione fiscale. Assai rilevante è altresì un altro dato riportato nel Rapporto Enea 2015: il costo/efficacia è di oltre sette volte inferiore alla media riscontrata per il meccanismo delle detrazioni fiscali.

Occorre, quindi, prendendo spunto dalla revisione del meccanismo, prevista dal decreto 102/2014 sull’efficienza energetica e su cui il Ministero dello Sviluppo economico ha redatto un documento di proposte, potenziare i certificati bianchi, favorendone la diffusione all’interno del settore civile.

Il Vicepresidente ha, quindi, ricordato le due ipotesi di revisione delle modalità di riconoscimento dei certificati bianchi allo studio del Ministero, di cui la primaprevede che il periodo di riconoscimento dei titoli sia pari al periodo di effettivo utilizzo dell’impianto oggetto di intervento (sostanzialmente, il periodo di diritto all’incentivo si allungherebbe per la maggior parte degli interventi fino a un massimo di 15 anni, inoltre unaparte dei certificati bianchi potrebbe essere anticipata su scelta del beneficiario nei primi anni di diritto all’incentivo); la seconda prevede invece il riconoscimento dei certificati per i risparmi effettivamente realizzati (moltiplicati al massimo per due per gli interventi particolarmente impegnativi) per un periodo pari a 5 anni per tutte le tipologie di intervento. Al riguardo, ha evidenziato come la prima ipotesi risulti maggiormente innovativa e premiante. Nell’attuale sistema la maggior parte dei periodi di spettanza dell’incentivo è pari a soli 5 anni, quindi le proposte del Ministero arriverebbero fino a triplicare tali periodi, e ciò ovviamente si tradurrebbe in un maggior risparmio energetico associato. Ad avviso dell’ANCE occorre comunque prevedere un ulteriore allungamento del periodo: l’isolamento termico dell’involucro edilizio ha infatti una vita utile reale di almeno trent’anni, pertanto sarebbe coerente che i certificati bianchi venissero rilasciati per tale intero periodo. Positiva è inoltre la proposta di anticipo di una quota dei certificati bianchi, per cui sarebbe possibile recuperare più velocemente il costo dell’investimento.

Il Vicepresidente ha, altresì, sottolineato che secondo le proposte del Ministero non andrebbero più incentivati interventi che risultano già economicamente convenienti sulla base di risparmi generati, e che quindi non necessitano di un sostegno pubblico per la loro realizzazione. In proposito, sarebbe, invece, auspicabile razionalizzare l’incentivo, prevedendo che gli interventi con tempi di ritorno inferiori a tre anni godano di certificati bianchi per un periodo di tre anni.

SETTORE CIVILE. Riguardo al settore civile, il Ministero propone di razionalizzare i vari strumenti di sostegno vigenti, escludendo dai certificati bianchi gli interventi di piccola taglia già compresi nel Conto Termico, nelle detrazioni fiscali o negli incentivi relativi alla produzione di energia rinnovabile. In particolare, per le fonti rinnovabili di energia, il Ministero ipotizza di specializzare il meccanismo alla sola promozione degli interventi di incremento dell’efficienza energetica. A tal proposito, l’ipotesi di escludere dal campo di applicazione dei certificati bianchi gli interventi nel settore civile già incentivabili sulla base delle detrazioni fiscali o del Conto Termico non è assolutamente condivisibile. Come già evidenziato, i dati Enea hanno confermato che i certificati bianchi hanno un considerevole impatto sul settore residenziale. Eliminare gli interventi “edilizi” dal meccanismo dei TEE appare quindi immotivato. Occorre, inoltre, considerare che la detrazione fiscale del 65% non è permanente, ma soggetta a decadenza alla fine dell’anno in corso – a meno che non sia prorogata ovvero, come sempre auspicato dall’Ance, resa strutturale.

Secondo l’ANCE, al fine di potenziare la diffusione dei certificati bianchi nel settore civile, sarebbe invece opportuno introdurre un nuovo sistema di riconoscimento basato sull’Attestato di Prestazione Energetica e sulla Relazione Tecnica di Progetto previsti dal decreto legislativo n. 192/2005. Nello specifico sarebbe auspicabile riconoscere i TEE per quegli edifici di nuova costruzione che offrono una prestazione energetica migliore di quella minima richiesta dalla normativa in vigore, nonché per gli interventi di riqualificazione energetica cosiddetti “importanti” ai sensi del decreto legislativo n. 192/2005, parametrando i certificati bianchi al risparmio energetico conseguito.

RINNOVABILI. Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, è opportuno, altresì, non escludere il teleriscaldamento a biomassa non cogenerativo, che ad oggi, oltre ai certificati bianchi, non gode di alcuna altra forma di agevolazione. Attualmente, infatti, i certificati bianchi sono l’unico incentivo che ne ha sostenuto la diffusione, pertanto un’eventuale esclusione priverebbe il settore civile di uno degli strumenti per il conseguimento dei suoi obiettivi di sostenibilità energetica.

Assume, inoltre, particolare importanza, escludere la previsione di qualsiasi soglia minima di risparmio affinché un progetto acceda ai certificati bianchi. La soglia vanificherebbe, infatti, l’obiettivo di risparmio per il settore civile, dal momento che sono proprio gli interventi medio-piccoli quelli maggiormente diffusi sul territorio. 


Leggi anche: "Certificati Bianchi 1 - CNA: aprire i TEE alle piccole imprese"
                           "Certificati bianchi 3 - Le osservazioni di Renovate Italy"
                           "Certificati bianchi 4 - Commento ed osservazioni da parte di FIRE"


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