Nel suo incontro ieri con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, il presidente dell'Anas Pietro Ciucci ha deciso di dimettersi dall'incarico di consigliere e di presidente della società che gestisce 25.000 chilometri fra strade e autostrade e che rappresenta la prima stazione appaltante dell'Italia.
L'addio di Ciucci – dopo 9 anni alla guida - è previsto all'assemblea degli azionisti per l'approvazione del bilancio 2014, che verrà convocata a metà maggio. La decisione, si legge nella nota dell'Anas, è stata presa “in segno di rispetto per il nuovo Ministro al fine di favorire le più opportune decisioni in materia di governance di Anas”.
LA PUNTATA DI REPORT E I CROLLI. Secondo indiscrezioni di stampa, la decisione di Ciucci sarebbe dovuta alle pressioni ricevute dal Governo per farsi da parte, per dare un segnale di discontinuità con il passato in sintonia con la nuova stagione (“nuova” quanto meno nelle intenzioni, vedremo nei fatti) inaugurata con le dimissioni di Lupi e la nomina di Graziano Delrio a nuovo ministro alle Infrastrutture e Trasporti. Pare che ad aver pesato sulla decisione – ma gli interessati smentiscono – sia stata anche la puntata di Report che ha svelato il malaffare sugli appalti gestiti da Anas e le irregolarità nei collaudi.
Venerdì scorso l'ennesimo episodio di crollo con il cedimento del pilone della autostrada siciliana A19 (LEGGI TUTTO) a causa di una frana che rallenterà per anni la circolazione su quel tratto dell'Isola.
All'inizio di marzo c'è stato anche il crollo – costato la vita a un operaio - del viadotto Italia sulla Salerno Reggio Calabria.
Si erano già dimessi Maria Cannata e Sergio Dondolini, consiglieri del Cda Anas in quota al ministero del Tesoro e al ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
REALACCI: “IL DIRETTORE DEI LAVORI DEVE ESSERE UN SOGGETTO TERZO E INDIPENDENTE”. Ai primi di gennaio è crollata la rampa di accesso al viadotto Scorciavacche della Agrigento-Palermo, appena pochi giorni dopo la sua inaugurazione. In quell'occasione il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, aveva sottolineato la necessità – condivisa anche dal presidente dell'Anac Ciucci - che nella realizzazione di opere pubbliche, il direttore dei lavori sia un soggetto terzo, e non invece deciso dal general contractor come prevede la Legge Obiettivo.
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ANAS. Realacci aveva inoltre espresso forti perplessità sull'opzione della privatizzazione dell'Anas: “Bisogna ricordare che in Anas sono compresenti compiti di natura privata e funzioni pubbliche essenziali, come l’indizione e la gestione delle gare, i controlli, la manutenzione delle rete viaria, che è bene rimangono tali. Per non essere reticenti: ho forti dubbi sulla privatizzazione, l’Anas non può essere un ircocervo, sarebbe necessario come minimo separare gli ambiti. Anche per evitare ad esempio che i casi di fallimento del project financing come quello della BreBeMi siano direttamente o indirettamente a carico del pubblico”.