In relazione all’art. 29 del disegno di legge Concorrenza, approvato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 20 febbraio, il Consiglio Nazionale del Notariato contesta la previsione che per gli atti aventi ad oggetto la cessione o la donazione di beni immobili, ovvero la modifica o costituzione di diritti reali sugli stessi, limitatamente alle ipotesi che gli immobili siano adibiti ad uso non abitativo, e di valore catastale non superiore a 100.000 euro, l’autenticazione della sottoscrizione possa essere effettuata dagli avvocati abilitati al patrocinio (LEGGI TUTTO).
In proposito i notai hanno lanciato su twitter la campagna #rottamalatutela per i diritti dei cittadini.
Secondo il Consiglio nazionale del Notariato, la rimozione del regime dei controlli di legalità affidati tradizionalmente al notariato consentirebbe che alcune transazioni immobiliari e societarie, perché fatte senza il controllo notarile, esporrà il sistema Paese, e in particolare le fasce più deboli dei cittadini, a forti rischi di criminalità, abusi e frodi con un grave danno economico e sociale.
Per il Notariato, inoltre, la rimozione per tali atti del regime dei controlli di legalità affidati al notariato, porterà ad una inevitabile rarefazione delle verifiche in materia di antiriciclaggio.
IL COMUNICATO DEL COORDINAMENTO DEGLI ORDINI FORENSI E DELLE UNIONI REGIONALI. Rilievi contestati dal Coordinamento degli Ordini Forensi e delle Unioni Regionali, il quale in un comunicato, inviato al Consiglio Nazionale Forense ed all’OUA, ricorda che “al pari dei notai gli Avvocati hanno la medesima cultura della legalità, e possono assicurare, al pari dei notai professionalità, trasparenza alle transazioni immobiliari e tutelare le parti da eventuali vizi e - come i Notai - sono soggetti alle disposizioni antiriciclaggio”.
“Del tutto ingiustificabili ed offensive per ogni avvocato – prosegue il comunicato - è l’affermazione per cui senza il controllo notarile non si avranno uguali tutele (con la conseguenza di dividere la popolazione in due fasce: i ricchi che godranno delle garanzie, i poveri che saranno a rischio).
La professione forense, al contrario di quanto affermato dal consiglio nazionale del notariato, con l’unica finalità della difesa dei propri privilegi, è quotidianamente impegnata nell’affermazione della legalità (nel processo e fuori del processo e – soprattutto nella società civile) così come nella difesa e nella tutela dei diritti ed in particolare dei meno abbienti ed è capace di assicurare professionalità e controllo al pari dei notai”.
Pertanto il Coordinamento dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati “respinge e qualifica come meramente corporative le preoccupazioni e le “indirette” accuse mosse a tutti gli Avvocati italiani dal Consiglio Nazionale del Notariato, auspica che il Governo non voglia rivedere quanto previsto dall’art. 29 del ddl Concorrenza e ribadisce la massima disponibilità al confronto col Notariato sul punto, purché animato da reciproco spirito costruttivo, rispetto e “sereno” nei toni e nei contenuti”.