Dopo aver realizzato una mappa interattiva che raccoglie informazioni sui danni provocati in Italia dai fenomeni climatici dal 2010 ad oggi, con particolare attenzione alle città, Legambiente prosegue il percorso con un libro dedicato all'argomento. Il volume, "Il clima cambia le città. Nuove strategie e politiche di adattamento per rispondere all’emergenza climatica", promosso da Legambiente e Università IUAV di Venezia, e curato da Francesco Musco e Edoardo Zanchini, raccoglie numerosi contributi di ricercatori e esperti di clima, geologi, urbanisti, pianificatori e paesaggisti. Dalle ondate di calore alle piogge estreme nel volume sono analizzati gli impatti e gli scenari che si potrebbero determinare nelle città, con ricerche realizzate in diversi contesti. Inoltre, sono presentati piani clima di città europee e statunitensi che propongono un approccio innovativo nei confronti dell’adattamento ai cambiamenti climatici, con soluzioni urbanistiche e architettoniche originali.
Il volume è stato presentato nel corso di un convegno tenutosi oggi a Roma presso la sala del Carroccio in Piazza del Campidoglio, al quale hanno partecipato Estella Marino (Assessore all’Ambiente del Comune di Roma), Francesco Musco (IUAV), Silvia Velo (Sottosegretario all’Ambiente), Erasmo D’Angelis (Responsabile Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico), Bernardo De Bernardinis (Presidente Ispra), Donatella Emma Ignazia Spano (Assessore all’Ambiente della Regione Sardegna), Giorgio Zampetti (Responsabile scientifico Legambiente), Alessandro Coppola (Coordinatore Roma Resiliente) e Edoardo Zanchini (Vicepresidente Legambiente).
Necessario un cambio di passo nelle politiche
I cambiamenti climatici stanno determinando impatti sempre più evidenti nelle città, con rischi per le persone e problemi che in Italia sono resi ancor più drammatici dal dissesto idrogeologico, da scelte urbanistiche sbagliate e dall’abusivismo edilizio – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini. Serve un cambio di passo nelle politiche, che va affrontata con una visione delle priorità nazionali, con piani di intervento e risorse per l'adattamento al clima nelle città, come ci chiede l'Unione Europea che ha stanziato rilevanti risorse nell’ambito della programmazione 2014-2020. E’ una occasione che non dobbiamo perdere per realizzare interventi strutturali e per ripensare le stesse forme di intervento che riguardano il dissesto idrogeologico. Ma urge anche un cambio radicale delle scelte urbanistiche da parte dei Comuni, per mettere in sicurezza le aree più a rischio attraverso interventi innovativi, fermando il consumo di suolo e riqualificando gli spazi urbani, le aree verdi e gli edifici per aumentare la resilienza nei confronti di piogge e ondate di calore.