Stabilizzazione fino al 2020 della detrazione fiscale per le riqualificazioni energetiche degli edifici (oggi l'aliquota è al 65% fino al 31 dicembre 2015), con un decalage annuale o biennale e premio agli interventi più efficienti; riduzione del numero di rate da 10 a 5 per minimizzare il tempo di rientro degli investimenti; verifica dell'attendibilità delle domande presentate e sanzioni per quelle incongruenti.
Sono queste le proposte del Movimento 5 Stelle al Senato sul tema della proroga dell'ecobonus, attraverso una mozione annunciata – primo firmatario il pentastellato Gianni Girotto – e sostenuta anche da altri senatori dei diversi schieramenti politici tra i quali De Petris, Puppato, Tremonti, Molinari, Di Biagio, Rossi, Mussini, Margiotta, Romani, Buemi, Stefano, Caridi, Bocchino, Della Zuanna, Vacciano, Bignami e Bisinella.
“L'ecobonus rappresenta un volano importante per la nostra crescita economica. Stabilizzare gli incentivi fino al 2020 significa portare un aumento della produzione diretta e indiretta di quasi 240 miliardi di euro, con la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro in più”, sottolinea Girotto.
PIÙ VOCI SPINGONO PER LA STABILIZZAZIONE. Ricordiamo che anche Confindustria ha chiesto al Governo di rendere strutturale almeno fino al 2020 l'ecobonus. Pure il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha fatto sentire la sua voce (LEGGI TUTTO), sollecitando “l’immediata attivazione del Fondo per il risparmio energetico e la stabilizzazione, in un programma decennale, degli ecobonus, per quanti - privati, aziende e condomini - rigenerino i propri edifici, garantendone il salto di almeno 2 classi energetiche”.
IL GOVERNO VAGLIA LE IPOTESI. Al momento, comunque, regna ancora l'incertezza su quale soluzione opterà il Governo (LEGGI TUTTO). In un'intervista di qualche giorno fa sul quotidiano di Confindustria, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha parlato di possibili rimodulazioni delle detrazioni “in funzione delle fasi che viviamo sul piano economico”, con eventuali estensioni “all'edilizia residenziale pubblica e ad altri settori in cui abbiamo un grande bisogno di manutenzione straordinaria”. Perplesso sulla proroga degli incentivi fiscali è invece il commissario del governo alla spending review, Yoram Gutgeld, il quale avverte il rischio di drogare il settore dell'edilizia che, come è risaputo, è tra quelli a più alto tasso di illegalità.