Fisco

Riforma Codice Appalti, niente più direzione lavori al general contractor

Previsto il rafforzamento dei poteri dell'Anac, come chiesto anche dall'Oice. Le 35.000 stazioni appaltanti saranno razionalizzate sulla base dei criteri indicati dall'Autorità anticorruzione

giovedì 26 marzo 2015 - Redazione Build News

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Rafforzamento dei poteri e del ruolo dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac). Va in questa direzione il disegno di legge delega per la riforma del Codice degli Appalti, approvato lo scorso anno dal Consiglio dei ministri e ora al vaglio della commissione Lavori Pubblici del Senato, dove è iniziata la discussione generale.

LE POSSIBILI MODIFICHE AL TESTO. Tra i possibili emendamenti al testo, potrebbe arrivare la razionalizzazione delle numerose stazioni appaltanti (circa 30mila in Italia) sulla base di criteri oggettivi indicati dall'Anac, alla quale verrebbe anche attribuito il ruolo di classificare gli enti appaltanti tenendo conto dell'organizzazione e delle qualifiche professionali dei loro dipendenti.

Tra le ipotesi allo studio, un albo nazionale degli appaltatori; un sistema misto – tra sorteggio e scelta da parte dell'Autorità – per la scelta dei componenti delle commissioni aggiudicatrici; la sottrazione al general contractor della responsabilità della direzione lavori; il ridimensionamento dell'appalto integrato (progettazione e lavori) e del performance bond per i grossi appalti; l'estensione e il potenziamento del precontenzioso gestito dall'Anac per risolvere le controversie tra stazioni appaltanti e imprese, rendendo vincolante il parere reso dall'Autorità anticorruzione.

Saranno inoltre rivisti i criteri di affidamento nelle gare per le concessioni, ed estesi anche alle gare sotto soglia Ue i parametri pro-concorrenziali e pro-trasparenza attualmente vigenti per le gare sopra la soglia europea.

LE RICHIESTE DELL'OICE. Rendere vincolanti le nuove linee guida Anac sui servizi di architettura e ingegneria, e rafforzare i poteri dell'Autorità anticorruzione anche in vista della riforma del Codice dei contratti pubblici.

Lo chiede l'OICE (l'Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria) con il presidente, ing. Patrizia Lotti, al Governo e, in particolare, al presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha assunto l'interim del dicastero delle infrastrutture.

"In questo momento delicatissimo il Governo può dare una spinta decisiva per una profonda moralizzazione del settore, partendo dal rafforzamento dei poteri dell'ANAC, elemento decisivo soprattutto se anche in sede parlamentare si andrà verso un Codice dei contratti snello con l'attribuzione della cosiddetta soft law all'Autorità presieduta da Raffaele Cantone e se si vorrà affermare il principio della centralità del progetto e non degli affari".

Ma bisogna fare presto: "Abbiamo apprezzato l'approfondito lavoro condotto dal Senato e attendiamo che si arrivi adesso alla conclusione del lavoro partendo, per quanto ci riguarda, da alcune innovazioni fondamentali che devono ricondurre il progetto al centro dell'iter realizzativo di ogni opera pubblica. L'appalto integrato, da affidare sulla base del progetto definitivo, deve essere una eccezione limitatissima - chiediamo con forza che la regola torni ad essere l'affidamento dei lavori sulla base di progetti esecutivi accurati corredati dalle necessarie indagini, correttamente remunerati e validati a fondo. E' poi necessario che il progettista sia qualificato sulla base di requisiti congrui e adeguati all'appalto e su indici di legalità/reputazionali. Infine occorre che le anomalie di prezzo siano disincentivate, dopo avere reso realmente cogente il decreto 143 sui parametri."

POTENZIARE IL RUOLO DELL'ANAC. Molto passa però dall'individuazione di un soggetto che vigili, controlli e indirizzi le stazioni appaltanti al rispetto delle regole: "A nostro avviso - afferma il presidente OICE - il Governo dovrebbe fare il possibile per rendere vincolanti gli atti dell'ANAC, le linee guida e i bandi-tipo e per fare ciò l'ANAC deve avere i necessari poteri. Soltanto così gli apprezzabili risultati raggiunti con la recente determina 4/2015 sui servizi di ingegneria e architettura, che accolgono molte delle proposte OICE formulate al Tavolo tecnico istituito presso l'Authority, potranno essere applicati da tutte le amministrazioni riducendo contenziosi e problemi".

Nel merito delle linee guida ANAC molte le note positive, per l'OICE: "Molto centrate sono le indicazioni sul calcolo dei corrispettivi da porre a base di gara, che deve essere sempre allegato all'avviso o bando di gara, e sull'applicazione del d.m. 143/2 013, di cui si ribadisce l'obbligatorietà. Equilibrati e corretti i passaggi sulla determinazione dei requisiti, di cui si afferma sia l'obbligatorietà, sia l'esigenza di una corretta individuazione, nonché quelli sull'applicazione del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Su questo punto fa piacere che siano state accolte le proposte OICE sulla riduzione del peso del prezzo e sull'opportunità di introdurre soglie di punteggio tecnico al fine di ridurre i ribassi anomali. Altrettanto positive sono le indicazioni ANAC sugli affidamenti sotto i l00.000 euro per i quali si conferma l'esigenza di accurate e trasparenti indagini di mercato e il rispetto del principio di rotazione degli incarichi. Adesso occorre fare un passo avanti con i bandi e i contratti-tipo per servizi di ingegneria e architettura".

Leggi anche: “Qualità dell'architettura, al via l'iter di approvazione del Ddl Zanda

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