La Federazione Italiana per l'uso razionale dell'energia ritiene, infatti, necessaria una revisione dello schema dei certificati bianchi per il raggiungimento degli obiettivi che il nostro Paese si è dato al 2020. Data l’importanza del meccanismo e il suo peso in termini di target la Federazione apprezza e condivide la scelta del MiSE di aprire una consultazione sui temi più importanti oggetto di discussione.
Riportiamo qui di seguito le osservazioni che l'organizzazione ha inviato al Ministero per lo Sviluppo Economico.
Sebbene il meccanismo sia riuscito a raggiungere gli obiettivi imposti dal D.M. 28 dicembre 2012 in termini di certificati, l’andamento dei risparmi in fonti primarie – differente a causa del coefficiente di durabilità – desta qualche preoccupazione. All’aumento del costo per tep non si è infatti accompagnato un incremento dei risparmi energetici rispetto al 2011, anno di introduzione del tau. Questo aspetto richiede un approfondimento delle cause che lo sottendono, perché altrimenti si rischia di peggiorare la situazione, visto che l’impressione è che le proposte del documento di consultazione tese a un miglioramento della qualità e del costo efficacia dello schema superino quelle improntate a facilitare la presentazione di nuovi progetti.
Trovare il giusto equilibrio fra l’esigenza di avere uno schema efficiente ed efficace, ma anche partecipato e in crescita, è il difficile compito cui è chiamato il Ministero. La FIRE cercherà per quanto possibile e attraverso gli strumenti disponibili di supportare il dicastero nella definizione delle nuove linee guida.
Come commento generale, la FIRE auspica che il MiSE possa destinare delle risorse a carico dello schema per avviare programmi di analisi settoriale nel settore industriale, volte a determinare le attuali condizioni dei processi produttivi. Una simile campagna, basata su quanto fatto da ENEA negli anni novanta, metterebbe a disposizione dati importanti per rispondere ad alcune criticità dello schema dei TEE, quali la definizione della baseline e dell’addizionalità. Consentirebbe dunque di facilitare la presentazione e la valutazione dei progetti e permetterebbe inoltre all’ENEA, in qualità di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, di supportare le imprese nell’individuazione di interventi particolarmente utili ai fini del miglioramento della competitività. Il costo può essere stimato nell’ordine dello 0,5% del costo del meccanismo e andrebbe integrato con l’analisi dei dati sulle diagnosi energetiche collegate all’attuazione dell’art. 8 del D.Lgs. 102/2014.
Si ritiene inoltre fondamentale assicurare un congruo tempo di transizione dalle attuali regole alle nuove linee guida, in quanto diversi orientamenti determineranno un’iniziale difficoltà nel presentare progetti se le parti non avranno il tempo per adattarsi alle nuove procedure.
In allegato si riportano le osservazioni della Federazione sul documento in consultazione, seguendo la struttura dello stesso. Nella redazione delle osservazioni si è anche cercato di tenere conto delle esperienze in atto negli altri Paesi europei, che la FIRE segue da vicino nell’ambito del progetto europeo ENSPOL di cui è il partner italiano.
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