“L’ampliamento delle ipotesi di applicazione del “reverse charge” (l’Iva viene pagata da chi riceve la fattura e non da chi la emette), e l’introduzione dello “split payment” (se la fattura è emessa nei confronti di enti pubblici l’Iva è pagata dall’ente pubblico stesso), quali strumenti di lotta all’evasione dell’Iva, presentano un conto difficilmente sostenibile per le imprese e per i loro consorzi. Si rischia di far precipitare la situazione finanziaria, già precaria, di coloro che operano nel settore dell’impiantistica, dell’edilizia, dei servizi di pulizia, nonché della grande distribuzione alimentare e quelle che lavorano stabilmente con enti pubblici”.
Lo denuncia in una nota Rete Imprese Italia.
“Ancora una volta per colpire pochi evasori si colpiscono e si penalizzano tutte le altre imprese che si comportano onestamente e correttamente”.
“Mentre Governo e Parlamento sono impegnati a evitare che si accumulino ulteriori crediti nei confronti della PA, i nuovi istituti aumentano in modo preoccupante l’ammontare dei crediti Iva”.
“Chiediamo quindi – conclude Rete Imprese Italia - di accelerare i tempi dei rimborsi per quelle imprese che applicano il “reverse charge”e lo “split payment”, eliminando, contemporaneamente, tutti gli ostacoli burocratici che ancora intralciano il pieno utilizzo in compensazione dei crediti Iva”.
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